Niente più salti tra le varie piattaforme per trovare il titolo desiderato: il celebre motore di ricerca potrebbe mettere a disposizione il suo insuperato algoritmo per individuare i contenuti sui vari servizi di streaming video on demand (SVOD). La cross-platform sarebbe una facilitazione enorme per gli utenti, come i sempre più numerosi surfisti delle piattaforme SVOD sanno bene. Ma anche, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, una nuova opportunità per far crescere gli abbonati per tutti. A latere (o meglio, come obiettivo primario dal punto di vista economico) Google starebbe studiando la realizzazione di uno store online dove gli utenti potranno acquistare, attraverso un unico abbonamento, l’accesso a diverse piattaforme di streaming video on demand aggregate, come Netflix, Amazon Prime, Disney, ecc.
Cross-platform by Google
La gestione diretta delle piattaforme consentirebbe il controllo dei contenuti da parte dell’algoritmo, che consentirebbe all’utente la facile individuazione di quello prescelto a prescindere dalla piattaforma dove è collocato. Secondo il Wall Street Journal, il progetto di cross-platform sarebbe in una fase avanzata, tanto che Google, nella condizione di collettore di contenuti, starebbe già studiando il meccanismo di retrocessione degli introiti con le case di produzione.
Compatibilità
Per ovviare al problema della compatibilità del motore di ricerca con le smart tv già esistenti, secondo alcuni rumors, Google starebbe concordando l’inserimento dell’algoritmo in ogni piattaforma aderente al progetto cross-platform. In sostanza, l’area di ricerca dei contenuti di ogni singola piattaforma passerebbe sotto il controllo di Google che la renderebbe trasversale a tutti i competitor ed accessibile a tutti i sottoscrittori dell’abbonamento unico.
Uscire dal recinto
Il dubbio se l’adesione al modello cross-platform non sia in contraddizione con la politica fin qui perseguita da ogni piattaforma di trattenere il più possibile l’utente all’interno del proprio recinto sarebbe stato risolto sulla base della considerazione che i superplayer dello SVOD avrebbero in gran parte già raggiunto il limite fisiologico di sviluppo e che, anzi, la frammentazione dell’offerta causata dall’aumento delle piattaforme stia diventando un grosso problema da gestire.
Stress da surfing
Già perché il surfing tra le varie piattaforme sarebbe ormai considerato così defatigante da demotivare il telespettatore. Obtorto collo, meglio allora il governo unico proposto da Google.