Molti di noi amano visualizzare programmi tv e fiction in lingua originale. Con Sky è possibile farlo selezionando il tasto “info” e scegliendo la lingua preferita per l’audio e, eventualmente, quella per i relativi sottotitoli.
Non conosciamo il grado di popolarità di questo servizio, ma sicuramente è noto che sia ancora limitato ad un numero piuttosto ristretto di canali, nonché ad alcuni contenuti specifici. Ora YouTube, già visualizzabile sugli schermi tv grazie ai più moderni televisori Led o ai decoder di ultima generazione, accorcia le distanze con Sky, introducendo ufficialmente il sistema Captions and Subtitles per un ristretto numero di video, per la maggiorparte in lingua inglese. Si tratta della possibilità di inserire sottotitoli nelle lingue più diffuse al mondo o tradurre gli stessi in moltissimi altri idiomi. Nel giro di qualche settimana molti dei contributi video pubblicati sul portale di proprietà di Google vedranno comparire, tra i comandi disponibili sul layout dei propri video, la sigla CC (come quanto accade in questo video). Cliccandoci sopra sarà possibile selezionare la lingua con la quale visualizzare i sottotitoli e, nel caso in cui il proprio idioma dovesse mancare, si può chiedere al sistema di tradurlo nel proprio, sperando che l’operazione sia efficace e soddisfacente. Infatti, nonostante la novità sia determinante per la diffusione di YouTube, parallelamente sul web e sugli schermi tv, rimane ancora qualche perplessità sull’affidabilità del servizio: se paragonato all’ancora difettoso Google Translations, è possibile che YouTube Captions and Subtitles venga presto abbandonato al suo destino, rischiando di finire in quel vastissimo “dimenticatoio digitale” cui sono destinate molte delle innovazioni provenienti da Mountain View. Sicuro è che se un sistema del genere dovesse avere successo, potrebbe comunque accelerare l’ingresso del web sugli schermi televisivi. Il chiaro esempio è quello dei grossi portali web a pagamento (come Hulu.com, ad oggi disponibile solo negli States) che permettono di visualizzare sugli schermi tradizionali le più note serie tv e fiction che, a quel punto, diventerebbero fruibili da una fetta di pubblico molto più ampia rispetto a quella solitamente destinata a guardare l’offerta satellitare o digitale, proprio perché disponibili in qualunque lingua fosse sottotitolata. (Marco Menoncello per NL)