Mai tirare troppo la corda. Per quanto resistente possa essere, prima o poi si spezza. Jerry Yang l’ha recentemente provato sulla propria pelle, avendo visto la quotazione in borsa di Yahoo! cadere a picco (-21%), immediatamente dopo il ritiro dell’offerta di Microsoft. Ma non per questo il colosso del software di Redmond ne è uscito vincitore. Al contrario, Steve Ballmer, discutibile successore di Bill Gates (questo il parere diffuso tra i media), sarebbe stato criticato dalla stampa internazionale, per avere collezionato nel giro di soli due anni circa, una coppia di insuccessi decisamente degni di nota. Se la diffusione del sistema operativo Vista si è rivelata, entro pochi mesi della sua apparizione sul mercato, un flop tanto grande da meritare un premio, la mancata strategia per l’acquisizione di Yahoo!, ha decretato in modo piuttosto chiaro, l’immaturità di Microsoft nei confronti della conquista del web. Ma in una battaglia non possono esserci solo vinti. Motivo per cui Google, questa volta sorprendentemente senza tirare le fila del discorso, ha incrementato, alla faccia dell’intera comunità internazionale, la sua posizione predominante in internet, che ancora non riesce ad intravedere e un vero e proprio “competitor” capace di rubarle il titolo. Ne consegue che Yahoo! inizierà ora a sperare in una prossima offerta di della società di Mountain View, che avrà a sua volta al possibilità di sostituire la maxi-offerta di Microsoft (rilanciata a 43 miliardi di dollari, dopo una golosa partenza da 46 miliardi), con una soluzione più contenuta, dunque più vantaggiosa. “Il corteggiamento fallito di Microsoft a Yahoo lascia il gigante del software con opzioni limitate per raggiungere lo scopo strategico di espandere la sua presenza online, mentre Yahoo ora spera di siglare un più vasto accordo con Google”: queste le parole del Wall Street Journal, forse simbolo di una certo disinteresse strategico da parte di Rupert Murdoch nell’affare. Dello stesso parere è il New York Times, che approfitta della situazione per incoronare gli l’insuccesso di Ballmer. Concludono i commenti The Economist e Business Week, che sottolineano come la vicenda, quasi romanzata, non abbia fatto altro che rafforzare l’impero di Google, offrendo validi presupposti per nuove e più efficaci offerte future. Ma ancora non è detta l’ultima parola. Non a caso gli esperti fanno notare che, comunque sia andata, persistenza ed investimenti pazienti sono stati negli anni la più grande delle forze messe in gioco da Microsoft. (Marco Menoncello per NL)