XXVI Congresso Fnsi, Franco Siddi: “Un piano straordinario contro il precariato, riforma del welfare e fondo per la libertà stampa”

Un piano straordinario per combattere la precarietà. Lo ha invocato nella sua relazione al Congresso della Fnsi di Bergamo il segretario Franco Siddi, invitando gli organi federali a ”sedersi al tavolo tutti insieme, con il contributo delle istituzioni, perché su questo piano si gioca il futuro della categoria e della democrazia in Italia”.

Il segretario, che ha dedicato il suo intervento al ”dramma dei 131 lavoratori di ePolis, vittime di un’imprenditoria pirata” e ”ai dei precari della Vinyls di Porto Torres richiusi nel carcere dell’Asinara”, ha richiamato gli imprenditori alla responsabilità sulla necessità di una riforma del welfare.  ”Ogni anno ci sono 1000-1200 nuovi giornalisti professionisti, a fronte di 200-250 nuovi ingressi – ha spiegato -. Di fronte a questa situazione non basta il pronto soccorso, ma servono nuovi strumenti accanto a quelli tradizionali che accompagnino l’entrata dei lavoratori nella nuova informazione, che va offerta su base industriale”. Siddi, rilanciando la necessità di allargare la base produttiva, ha invocato anche una riforma dell’accesso alla professione, che sia ”competente e misurato”, ricordando che ”la flessibilità non ci è estranea, perché è nei contratti integrativi e in quelli nuovi, ma deve essere riconosciuta dagli editori”. Poi il segretario si è scagliato contro ”i disastri del servizio pubblico televisivo penalizzato dal conflitto di interessi” e contro le concentrazioni nel mondo dell’editoria. ”Non è giusto che le banche siano nelle compagini azionarie dei giornali”, ha aggiunto Siddi, lanciando la proposta di creare a partire dalle fondazioni bancarie ”un fondo per la libertà di stampa”.  Quindi il richiamo ai governi sulla legge per l’editoria perché ”negli ultimi tre anni i fondi sono calati da 640 milioni a 180 milioni”. Nella relazione anche un richiamo al caso Fiat. ”Con Marchionne – ha spiegato – non abbiamo nulla da spartire e neanche da polemizzare, perché siamo diversi. Lui non ha responsabilità democratiche”.  ”Molti colleghi vogliono che mi ricandidi ed io accetto la sfida”, ha annunciato Siddi, invitando il sindacato ad ”essere attento alle nuove sfide e non alla competizione bottegaia”. ”Da buon sardo non tollero le accuse infondate e gli impostori”, ha proseguito il segretario, avvertendo che se verrà bocciato il lavoro sulle modifiche statutarie approvato dal Consiglio Nazionale ”questa non sarà una sconfitta per Siddi o per Natale, ma un tradimento del principio dello stare insieme”. (ANSA)

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