Roma – XM Satellite Radio, il digital music broadcaster satellitare finito nel mirino di RIAA dovrà dimostrare la propria innocenza in tribunale: è fallito il tentativo di ricusare gli addebiti formulati dall’associazione delle major musicali, che ha lamentato il tentativo di frode del radio service via satellite per mezzo di player portatili utili a registrare le sue trasmissioni.
Il giudice distrettuale Deborah Batts ha dato via libera all’iniziativa legale di RIAA, che intende rivalersi su XM Radio per i suoi Inno ed Helix, dispositivi di registrazione digitale prodotti assieme rispettivamente a Pioneer e Samsung, che trasformerebbero l’ascolto passivo previsto dal servizio ad abbonamento di XM Radio in qualcosa di assimilabile ad una piattaforma di download digitale. Tale trasformazione viene considerata indebita, e violerebbe l’accordo tra le etichette e XM Radio, che prevede il solo broadcasting dei contenuti senza alcuna funzionalità di download disponibile per gli ascoltatori.
XM ha sempre respinto l’accusa, sostenendo che la legislazione dell’Audio Home Recording Act risalente al 1992 già prevede la registrazione di contenuti digitali per uso privato, e che la causa intentata da RIAA per conto di quasi una dozzina di etichette discografiche non avesse ragion d’essere.
Il giudice ha rigettato tali argomentazioni, notando come XM permetta agli ascoltatori di registrare i brani nella loro interezza anche qualora essi attivino la funzione di record a canzone iniziata. Per di più, l’abilità dei consumatori di visualizzare le playlist delle canzoni trasmesse cosi da poterle riascoltare in futuro, sarebbe un’aggravante ulteriore della posizione dell’emittente digitale.
I player di XM non sono dunque assimilabili ai registratori a nastro DAT, a causa dei quali fu necessaria la legge del 1992, dice il giudice Batts, e le funzionalità aggiuntive di registrazione offerte dalla radio satellitare hanno portato sostanziali “benefici commerciali” alla società.
XM Radio, ad ogni modo, ha dichiarato l’intenzione di andare avanti per la propria strada: un portavoce ha sostenuto che l’azienda alla fine preverrà sulle major, perché la decisione del giudice “è basata sulla descrizione di uno scenario falsato esposto nella denuncia del querelante”.
Alfonso Maruccia