Grande successo per Italia e Spagna al WRC 2023, la conferenza mondiale delle comunicazioni radio promossa da ITU (International Telecommunication Union, agenzia specializzata ONU), con la garanzia del no change della banda 600 MHz per usi televisivi. Ma è veramente così?
Antonio Sassano (presidente della Fondazione Ugo Bordoni): “Questa è una footnote che farà parlare molto di sé. Qualcuno da noi esulta ma, abbiamo [solo] assestato una nasata sul pugno del mondo e dell’EU”.
Da noi e in Spagna il DTT non si toccherà fino al 2031, a differenza di tutti gli altri paesi europei.
Possibile che solo i pugni nostri e degli spagnoli sul tavolo del WRC-23 hanno avuto effetto?
Non è che qualquadra non cosa?
L’agenda del WRC-23
La WRC-23 – World Radio Conference dell’ITU (WRC-23), tenutasi a Dubai, aveva in agenda, lato broadcasting, il tema incadescente della ventilata revisione dello sfruttamento delle frequenze 470-694 MHz, attualmente riservata alla radiodiffusione televisiva digitale, nella direzione delle telco.
Condivisione
Ci si aspettava una condivisione assoluta di posizione tra i vari paesi sul punto.
Siamo solo noi
Invece, l’impiego esclusivo per la radiodiffusione tv della banda 600 MHz è stato sostenuto e confermato alla WRC 2023 fino al 2031 (qui per consultare gli atti finali) solo da Italia e Spagna.
Essenzialità
Del resto, Italia e Spagna sono le uniche nazioni europee dove l’impiego del DTT per il raggiungimento dell’utenza è (ancora) essenziale.
La domanda
Ma appena qualche giorno dopo la fine della conferenza, a mente fredda, qualcuno ha cominciato a porsi una semplice domanda.
L’ennesima vincita dello status quo
Non è che ad aver vinto non sono stati il buon senso ed il progresso, quanto l’atavica tendenza alla difesa delle rendite di posizione? In questo caso dei broadcaster italiani.
“Il” broadcaster
Anzi, di un solo broadcaster: Mediaset, visto che RAI è ormai dichiaratamente (e giustamente) orientata a svilupparsi come piattaforma OTT con RaiPlay.
Il Biscione striscia sempre più lentamente
Piattaforma che, nonostante problemi tecnici non del tutto risolti, sta crescendo velocemente, creando un divario sempre più consistente col Biscione, sul punto arretratissimo.
Gli effetti del non change
Ovviamente il congelamento della banda 600 MHz per la tv fino al 2031 contribuirà ad un rallentamento dello sviluppo della connettività ad alta velocità wireless, in controtendenza con quello che sta accadendo in tutto il resto d’Europa (e non solo) a riguardo di 5 e 6G.
Propensione
Non tanto per un problema tecnologico, quanto di propensione all’innovazione.
Il (vero) problema
Ma non è nemmeno questo il problema.
Il ferro pesa
A pesare sui conti degli operatori di rete è infatti il ferro in quota. Con un orizzonte temporale di vita del DTT di 6-7 anni (già, come detto barattato con lo sviluppo tecnologico), che prospettive hanno elefanti come EI Towers e (in misura minore) RaiWay?
Rottami in quota
A chi interesseranno quei cumuli di ferro accentrati in montagna tra poco più di un lustro, visto che è, da tempo, chiaro che lo sviluppo delle telecomunicazioni è raso terra e polverizzato?
L’inconclusa
L’inconclusa fusione tra i due player del towering, quand’anche realizzata (ma probabilmente non lo sarà), non risolverebbe il problema.
Agonia
Al più allungherà meramente l’agonia, perché il futuro – è evidente – va completamente da un’altra parte.
DVB-I
Anche la modesta determinazione di Mediaset a sviluppare il DVB-I non aiuta.
Produttori tv
E, del resto, finché i principali produttori di tv, cioè Samsung ed LG, non aggiorneranno le loro smart tv alla ricezione del nuovo standard (più che vendere nuovi tv predisposti) le piattaforme OTT mondiali rimarranno al sicuro e la tv terrestre continuerà il suo lento ed insorabile declino.
Sassano lancia il sasso nello stagno
Ecco perché Antonio Sassano, presidente della Fondazione Ugo Bordoni, istituzione di alta cultura e ricerca operante nel settore delle telecomunicazioni e delle tecnologie dell’informazione, quindi non un quisque de populo, all’indomani del WRC-23, parafrasando Woody Allen, ha postato su X: “Questa è una footnote che farà parlare molto di sé. Qualcuno da noi esulta ma, come diceva Woody Allen, “Abbiamo assestato una nasata sul pugno del mondo .. e dell’EU”. Vaticano, San Marino possono noi “non possumus”.