World Radio Day: tanta affluenza, ospiti di rilievo ed il mistero del “ritorno di fiamma” sul tavolo adriatico nel confronto col MIMIT

Patrizia Catenacci, World Radio Day,

Torna in auge il controverso tavolo adriatico (il consesso internazionale per il coordinamento frequenziale analogico/digitale tra Italia, Croazia e Slovenia) tra Piano FM e risorse per il DAB+: al World Radio Day si è, infatti, discusso di un possibile “ritorno di fiamma”. Che potrebbe scottare la radiofonia italiana.
Prevedibilmente, ad aver catturato l’attenzione degli operatori del settore della settimana appena conclusa è stato il World Radio Day 2025, tenutosi a Milano il 20/02/2025.
Notevole l’affluenza al consesso al World Radio Day 2025, perfetta l’organizzazione (curata da Radiospeaker) e nutrito, variegato e qualificato il parterre degli ospiti.
Dato il target di Newslinet, a consuntivo, abbiamo ritenuto di dedicare particolare interesse in questa prima disanima, agli interventi alla presenza degli organi istituzionali deputati al governo dell’etere: nella specie, Agcom e Ministero delle imprese e del made in Italy. I quali sono stati rappresentati rispettivamente dai commissari Massimiliano Capitanio e Laura Aria per l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e dalla dirigente Patrizia Catenacci per il MIMIT (foto d’apertura, nel collegamento remoto).

Capitanio

Capitanio ha riassunto lo stato dell’arte dell’applicazione della Delibera 390/24/CONS sulla prominence, rassicurando l’impegno dell’Agcom a proseguire spedita nella pubblicazione dell’elenco dei SIG (Servizi di Interesse Generale) entro marzo 2025 ed a tenere alta l’attenzione sul bilanciamento dei rapporti con le grandi piattaforme online per evitare “gabbie tecnologiche”.

Genzano Capitanio - World Radio Day: tanta affluenza, ospiti di rilievo ed il mistero del "ritorno di fiamma" sul tavolo adriatico nel confronto col MIMIT
Massimiliano Capitano (Agcom) e Anna Maria Genzano (RTL 102.5, Eurodab Italia, Audiradio), in occasione del precedente convegno DAB di Milano del 03/12/2024

Emarginazione

OTT che – all’evidenza – tendono progressivamente ad emarginare la radio (e la tv) lineare dai device connessi ed in particolare dalle smart tv e dalla dashboard dell’auto, dove dominano i sistemi integrati Android Auto ed Apple CarPlay che a breve disintermedieranno l’autoradio, come enunciato in diversi interventi del World Radio Day 2025.

Le furbizie dell’automotive

Una considerazione interessante del commissario Capitanio al World Radio Day 2025 ha riguardato la “furbizia” di alcune case automobilistiche di aggirare l’obbligo di dotazione del DAB sulle nuove vetture eliminando tout court l’autoradio (come stanno facendo – quantomeno per alcuni modelli – Citroen e Renault).

Antitrust

Si tratta dell’opportunità di coinvolgere, istituzionalmente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), trattandosi di una potenziale alterazione del mercato, per, eventualmente, stimolare il legislatore all’assunzione di provvedimenti normativi più netti a riguardo dell’obbligo di tutela della ricezione via etere (per esempio legando l’obbligo di preinstallazione di un ricevitore DAB+ non già all’autoradio, ma al veicolo).

La domanda

Tuttavia il punto a nostro avviso più interessante del tavolo di confronto si è determinato con una domanda posta alla dirigente del MIMIT, Patrizia Catenacci, da Anna Maria Genzano, responsabile dei rapporti istituzionali del gruppo RTL 102.5 e del consorzio DAB nazionale Eurodab Italia – presente in quella sede nella veste di vicepresidente della società Audiradio -, a riguardo di un possibile “ritorno di fiamma della questione del tavolo adriatico”, che si sarebbe “riaperto” in quest’ultimo periodo.

PNAF DAB+ provvisorio

Un tavolo tecnico che, come ben noto ai lettori di Newslinet, avrebbe dovuto riguardare esclusivamente l’attribuzione di risorse frequenziali per il DAB+ – attualmente non avvenuta nella sua completezza, come dimostrato da Agcom, che ha dovuto adottare, con estremo buon senso favorito dalla sollecitazione del commissario Laura Aria, che ha da sempre seguito con estrema attenzione l’evoluzione della radiofonia (un mezzo che ha dimostrato “la sua continua resilienza”, come ha tenuto a precisare nel suo intervento), un PNAF DAB+ “provvisorio”, considerato soddisfacente dai privati allorquando vedrà l’annunciata integrazione delle frequenze VHF della dodicesima rete nazionale smantellata, ma successivamente finita per comprendere le interferenze internazionali in FM (provocate dall’Italia a Croazia e Slovenia, secondo i nostri confinanti).

Le due facce della stessa medaglia

Aspetti, quelli analogici e digitali, tra loro scollegati (quantomeno nei presupposti del tavolo), che hanno finito però per diventare due facce della stessa medaglia, visto che sono considerate – da croati e sloveni – connesse ed inscindibili.

Senza mezzi termini

In breve e per dirla senza troppi giri di parole, senza la soluzione delle interferenze FM, non si addiverrebbe alla condivisione delle attribuzioni delle ulteriori risorse DAB+ necessarie all’Italia.
Una contromisura, quella dei nostri vicini di casa, evidentemente efficace, se è vero, come è vero, che a 6 anni di distanza non si è addivenuti ad un’intesa.

Richiesta di apertura non accolta

Proprio per questo, gli operatori di rete radiofonici hanno chiesto a più riprese nel tempo di avere informazioni più puntuali sui termini del tavolo tecnico e sull’andamento dei lavori a tutela del settore (circostanza ribadita anche in alcuni interventi al World Radio Day 2025). Senza tuttavia ottenere alcuna apertura dal Ministero

Qui il video dell’intero World Radio Day 2025

Non si riapre qualcosa che non si è chiuso

Patrizia Catenacci, alla provocazione cordiale di Anna Maria Genzano, ha risposto, altrettanto cortesemente, che “non vi è nessuna riapertura del tavolo adriatico, semplicemente perché non si è mai chiuso“.

Lavori faticosi

E nemmeno la definizione è in programma di esserlo nell’arco di “pochi mesi, poiché i lavori stanno proseguendo, seppur faticosamente per concordare situazioni che interessano sia gli stati esteri che l’Italia”. 

Le situazioni

Ma quali sono tali “situazioni” che renderebbero faticosa la conclusione del consesso internazionale?
La dirigente intervenuta al World Radio Day 2025 non lo ha detto, ma è naturale pensare che siano sempre le stesse che fin qui hanno impedito, in oltre un lustro, la chiusura del tavolo.

Dis-accordi internazionali

Divergenze che, nel merito, rimanderebbero al controverso (ma normativamente previsto) Piano FM, per il quale era stato istituito un altro tavolo, questa volta interistituzionale, denominato Banda FM (creato per occuparsi anche delle questioni interferenziali internazionali FM/DAB) e che i confinanti considerano condizione sufficiente e necessaria per assegnare stabilità nell’ambito di una quarantennale, burrascosa, convivenza radioelettrica.

Con cautela…

Un problema, quello della FM (e dell’inutilità di un suo piano postumo a 35 anni dalla specifica previsione normativa, avvenuta con la L. 223/1990), su cui il ministro delle Imprese e del made in Italy aveva fornito, due anni fa, rassicurazioni in ordine alla preservazione dei diritti acquisiti dagli esercenti dei diffusori in funzione.

…ma il problema va risolto

Ma che, evidentemente, in un modo o nell’altro, va affrontato e risolto, considerata la presenza di norme cogenti di caratura internazionale.

Le intenzioni del MIMIT

Non è intenzione di questo Ministero avviare un piano di dismissione della radiodiffusione in tecnica analogica FM, concetto che ho già avuto modo di ribadire durante l’audizione alla Camera e al Senato sulle linee programmatiche per le telecomunicazioni.

Nella casa delle imprese non si parla di dismissioni

Questo Ministero è la casa delle Imprese e per tale motivo vogliamo rafforzare e sostenere le imprese del settore radio e ovviamente anche gli investimenti fatti”, aveva dichiarato il ministro Adolfo Urso in occasione del primo Tavolo permanente sulle comunicazioni elettroniche – settore radio tenutosi a Roma il 1° febbraio 2023.

Sfondi FM/DAB

Un tema che però rimane sullo sfondo (anche più che sullo sfondo, a dire il vero), come aveva spiegato Agcom nella relazione annuale 2023, ribadendo che proseguirà “nell’azione di supporto e assistenza tecnica al MIMIT nell’ambito delle attività di cooperazione con gli Stati confinanti (good offices) in materia di coordinamento dell’uso delle frequenze per servizi di diffusione televisiva, radio FM e DAB”.

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Tavolo tecnico radiofonia presso MIMIT febbraio 2023

Gruppo Nazionale a valle della Conferenza WRC-23

Agcom, quindi, avrebbe assicurato la propria partecipazione “alle attività del Gruppo Nazionale, e ai nuovi gruppi e sottogruppi che saranno avviati, come di consueto, a valle della Conferenza WRC-23“.

PNAF-DAB

Per quanto riguarda l’adozione del PNAF-DAB (Piano Nazionale Assegnazione Frequenze per la radio digitale), l’Autorità, nel suo documento, evidenziava “che tale intervento regolamentare risulta di fondamentale importanza per lo sviluppo della piattaforma radiofonica digitale”.

Nuove risorse all’orizzonte?

E ciò “in quanto si tratta del primo piano nazionale di assegnazione organico ed esteso a tutto il territorio nazionale a seguito della totale liberazione della banda VHF-III dai precedenti usi televisivi nonché dell’acquisita maggiore disponibilità di risorse spettrali derivante dai nuovi accordi internazionali di coordinamento, sottoscritti dell’Italia negli ultimi anni”.

Modifiche PNAF-DAB

L’Autorità, pertanto, spiegava già nel 2023, avrebbe monitorato “il processo di implementazione del PNAF-DAB da parte del MIMIT, e potrà eventualmente modificarlo alla luce di eventuali cambiamenti derivanti dalla sottoscrizione di nuovi accordi in materia di coordinamento internazionale dell’uso dello spettro.

FM/DAB sull’adriatico

Con specifico riferimento alle attività del tavolo multilaterale adriatico finalizzate alla sottoscrizione di un nuovo accordo sulla ripartizione delle frequenze in banda VHF-III, l’Autorità continuerà a fornire il proprio supporto tecnico”.

Gruppo di lavoro Banda FM

“Sempre in tema di radiodiffusione sonora analogica proseguirà, inoltre, la partecipazione dell’Autorità alle attività del gruppo di lavoro Banda FM istituito presso il MIMIT per le attività di cui all’art. 50, comma 10, del decreto legislativo n. 208/2021”, rimarcava l’Autorità in un passaggio sfuggito a molti operatori nella veloce disamina della relazione.

Il Piano FM

Quest’ultima norma, lo ricordiamo, prevede che “l’Autorità adotta il piano nazionale di assegnazione delle frequenze radiofoniche in tecnica analogica, tenendo conto del grado di sviluppo della radiodiffusione sonora in tecnica digitale.

Quadro in evoluzione

Nelle more di una effettiva diffusione della radiodiffusione sonora in tecnica digitale e dello sviluppo del relativo mercato, il Ministero, in coordinamento con l’Autorità, può procedere ad attività di ricognizione e progressiva razionalizzazione dell’uso delle risorse frequenziali in tecnica analogica in particolare al fine di eliminare o minimizzare situazioni interferenziali con i paesi radio-elettricamente confinanti ed incoraggiare l’efficiente uso e gestione delle radiofrequenze, tutelando gli investimenti e promuovendo l’innovazione”.

Ulteriori interventi

“Da ultimo, sulla base dell’evoluzione della normativa tecnica e regolamentare europea, di eventuali nuove disposizioni legislative in tema di spettro e della consueta collaborazione istituzionale con il MIMIT, potranno eventualmente rendersi necessari in materia ulteriori interventi, sia in termini di regolazione che di pareristica”, concludeva sull’argomento Agcom.

Sollecitazioni

Ora, secondo i rumors raccolti al World Radio Day, sembrerebbe che i nostri vicini di casa siano tornati a sollecitare il rispetto degli impegni assunti dai rappresentanti italiani a riguardo della definizione delle questioni FM sottese al tavolo adriatico avviato 6 anni fa.

Sovranità radioelettrica

Ma non sarebbe l’unica novità (negativa): possiamo infatti anticipare che la stessa Svizzera Italiana, all’indomani dello spegnimento delle frequenze FM della SSR (la radio pubblica elvetica) ha – come avevamo supposto su queste pagine a dicembre 2024 – inviato una nutrita serie di segnalazioni di debordo innaturale.

Interferenze potenziali

In questo caso, ad essere oggetto di doglianze non sono interferenze concrete, ma potenziali a risorse attribuite alla Svizzera in sede UIT.

Rinunce

Perché – come più volte abbiamo avvertito – lo spegnimento delle frequenze assegnate non determina una rinuncia al diritto di esercirle.

 

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