(Gevam.it) – Fonte: La Repubblica http://www.repubblica.it
Progettista sperimenta una trasmissione non basata sulle radiazioni di un access point WiFi ma con punti luminosi.
“Velocità otto volte superiori a quelle di un comune cavo Lan”. Meno onde elettromagnetiche, più sicurezza. E l’inventore cerca investitori
di VITO D’ERI
LUCE al posto delle radiazioni. Non è un slogan ambientalista ma potrebbe essere l’effetto dell’idea sperimentata dal progettista americano John Pederson, che ha messo a punto un nuovo sistema di diffusione della banda internet, non più basato sulle radiazioni di un access point WiFi ma tramite “Led luminosi”. Sia chiaro, è una soluzione che necessita di nuovi test e di altre verifiche sia in termini scientifici, sia sotto l’aspetto delle effettive performance prodotte. Ma se le promesse trovassero conferma, questo sistema rappresenterebbe davvero il futuro nelle comunicazioni wireless. Un futuro in cui la luce prende – appunto – il posto delle onde elettromagnetiche.
Come funziona.
Il meccanismo è molto semplice; la sorgente emette un flusso di informazioni, codificandolo secondo una velocissima sequenza di variazioni di luce di un diodo luminoso. L’informazione trasmessa viene poi decodificata tramite un apposito chip che si trova all’interno di un ricevitore denominato “LVX System”, che collegato a sua volta a un computer, gli fornisce una connessione ad internet. Una connessione che, secondo le stime dello stesso Pederson, è in grado di raggiungere velocità anche otto volte superiori a quelle di un comune cavo Lan. Questo schema ricorda molto il funzionamento delle comuni fibre ottiche, ma con una sostanziale differenza: la “quasi” assenza di cavi; un aspetto non indifferente, soprattutto sotto per una possibile commercializzazione di questa tecnologia, considerando che verrebbe abbattuta gran parte dei costi di infrastruttura al momento necessari per la costruzione di una rete.
I possibili benefici.
Il primo test del sistema effettuato nell’ufficio di una scuola superiore di Saint Cloud nel Minnesota (la stessa in cui Pederson si è diplomato), ha suscitato grande entusiasmo tra gli abitanti del piccolo centro. Sono stati loro i primi testimoni e beneficiari di quella che – a detta di molti – potrebbe rappresentare una autentica rivoluzione nel mondo delle trasmissioni wireless.
In particolare il vero punto di svolta nella soluzione di Pederson non è legato soltanto alle velocità di connessione raggiungibili, quanto al fatto, che l’utilizzo della luce come canale trasmissivo, oltre ad avere evidenti effetti positivi nella limitazione dell’inquinamento elettromagnetico, risolve di quei nodi, presenti nella trasmissione ad onde, legati alla sicurezza. Basti pensare al problema dell’interferenza, assente nelle connessioni tramite LED, e che renderebbe per esempio possibile l’utilizzo di telefonini e dispositivi mobili all’interno degli aerei.
Un altro aspetto interessante del sistema LVX, sempre legato alle tematiche della sicurezza, è la sua non-trasmissibilità tramite i muri degli edifici; un’altra sostanziale differenza rispetto alle onde elettromagnetiche, che se da un lato ne limita la diffondibilità, dall’altro garantisce comunicazioni sicure e soprattutto segrete all’interno di un ambiente chiuso, impendendo tutte quelle forme, spesso illegali, di intercettazione dell’informazione messe in atto per le frodi bancarie e lo spionaggio industriale.
A caccia di investitori.
Il sistema LVX è il frutto di oltre 10 anni di lavoro, nonché di uno sforzo economico di oltre 3 milioni di dollari da parte del suo stesso inventore. Questi già nelle prossime settimane sarà impegnato a promuovere la sua soluzione e a cercare un’azienda disponibile a produrne le prime versioni commerciali. Al di là di quella che sarà l’effettiva sorte commerciale di questa idea, è evidente come le tecnologie di trasmissione tramite luce offrano un orizzonte di possibilità ancora inesplorate. Soluzioni anche in grado di ridurre le emissioni elettromagnetiche all’interno degli ambienti domestici.