In occasione della pubblicazione dei risultati finanziari e commerciali del primo trimestre del 2007, Wind fa il punto della situazione sugli effetti della legge Bersani. “Non si evidenziano effetti particolari sui principali indicatori nella telefonia mobile per effetto dell’abolizione dei costi di ricarica a partire dal 5 marzo 2007”, dichiara l’azienda in una nota. Infatti, nel primo trimestre 2007, per Wind, l’ARPU si attesta a 18,5 euro, in crescita rispetto ai 17,8 euro registrati nello stesso trimestre dell’anno precedente, nonostante la pressione competitiva ed i mutamenti del quadro regolamentare caratterizzati da un’ulteriore riduzione della tariffe di terminazione nel luglio 2006 e dall’abolizione dei costi di ricarica per i clienti pre-pagati a partire dallo scorso marzo. I risultati ottenuti dall’azienda sono stati commentati con soddisfazione dall’amministratore delegato Paolo Dal Pino, durante un incontro con gli investitori, organizzato da Deutsche Bank a Milano: “Gennaio e febbraio sono andati benissimo”. Tuttavia, su Punto Informatico, leggiamo anche che, secondo il manager, è prevedibile un effetto negativo sull’Ebitda di circa 300 milioni, per l’intero anno in corso, dal decreto Bersani “puro”. Ulteriori elementi che incideranno sui risultati finanziari del 2007, per altri 90-100 milioni, sono, secondo Dal Pino, il taglio delle tariffe di terminazione fisso-mobile e del roaming internazionale. “C’è una distorsione competitiva del mercato”, ha dichiarato al riguardo l’amministratore, per il quale “il vero tema è come far sì che il settore mantenga una competitività forte; noi, nei nostri rapporti con l’Authority, l’abbiamo segnalato”. Infatti, assieme a TRE, Wind si è rivolta all’Autorità per le Telecomunicazioni per chiedere il rinvio del provvedimento di riduzione delle tariffe di terminazione fisso-mobile previsto per i prossimo luglio, motivando tale richiesta con una situazione di mercato ritenuta sbilanciata a favore di TIM e Vodafone. Invece, rispetto ai procedimenti aperti dall’Agcom in seguito alle azioni di rimodulazione di alcuni piani tariffari intraprese da Wind, Dal Pino, convinto della non punibilità dell’azienda, mostra serenità. Differenti le reazioni di quelle stesse associazioni di consumatori che avevano accolto la legge Bersani con entusiasmo, come una svolta, non solo economica, ma anche culturale della società italiana. Viene da Codacons la richiesta “alle due Autorità, Agcom e Antitrust, di dichiarare formalmente nulle le modifiche delle tariffe comunicate ai clienti via SMS, obbligando il gestore Wind a restituire agli utenti le maggiori somme da questi pagate a seguito delle variazioni contrattuali bocciate dall’Authority”. (Mara Clemente per NL)