Le regole del bando per l’acquisizione delle frequenze WiMax restano, per ora, immutate. Vale a dire: vince chi offre più soldi. Era stata auspicata, prima che la delibera dell’Agcom tracciasse le attuali linee guida per l’asta, un’ipotesi alla francese, ossia tramite un’asta denominata “beauty contest” che, non solo teneva conto della disponibilità economica dei candidati, ma premiava anche, e soprattutto, la validità del progetto per il bene della nazione. Ed, infatti, France Telecom, l’operatore principale, ha dovuto cedere il passo ad un operatore minore come Bollorè.
Altroconsumo, il provider Mgm e l’Associazione italiana anti digital divide hanno impugnato la delibera dell’Agcom che dà il via libera al bando, a loro parere, favorendo gli operatori maggiori dell’Umts (cfr. sull’argomento qui). Anche Beppe Grillo, tramite il suo blog, ha fatto partire una raccolta firme (giunta già a 103 mila adesioni) per bloccare il bando così com’è e modificarlo in modo da sfavorire quelli che lui reputa, non a torto, “i responsabili del nostro digital divide”. Il ricorso contro la delibera (Mgm ha impugnato non solo quella ma anche il bando ministeriale, emanato da Gentiloni) pretenderebbe, oltre ai paletti per gli operatori telefonici (Telecom Italia, H3G, Vodafone e Wind) e alla valutazione del progetto secondo canoni di utilità per il Paese, che alcune porzioni di spettro fossero destinate, a titolo gratuito, alle amministrazioni pubbliche, per servire il cittadino in modo più veloce, facile e democratico. Sveltendo un po’ i tempi biblici della burocrazia. Anche l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) si è unita a questo coro, con il Comune di Genova in testa.
Il TAR, intanto, ha assegnato il primo round della disputa ai grandi operatori, non accogliendo il ricorso cautelare e, quindi, non sospendendo (per il momento) il bando perché, si legge nella nota, le caratteristiche del bando non precludono l’accesso ad almeno una delle licenze al principale ricorrente, ossia Mgm. Non esiste nessun motivo d’urgenza per bloccare il bando, fa sapere il TAR che, però, si riserva di decidere nel merito della questione entro qualche mese.
“Sapevamo che sarebbe stato difficile ottenere la sospensiva – fa sapere, quindi, Marco Pievani, responsabile rapporti istituzionali per Altroconsumo – ma questo non pregiudica la decisione finale: è tutto aperto. Adesso il giudizio di merito dovrà valutare se le misure asimmetriche previste dal bando sono adeguate o no. […] Quindi secondo noi il giudizio si sta incanalando nella giusta direzione”. (Giuseppe Colucci per NL)