Roma – Sembra avere tutti gli ingredienti per diventare un test della legittimità di Wikipedia la denuncia intentata in questi giorni contro l’enciclopedia collaborativa e le sue policy da un giornalista blogger, Massimo Del Papa, già apprezzata firma della rivista “Il Mucchio”.
Le ragioni della denuncia le spiega lo stesso Del Papa sul suo blog, sottolineando come sulla voce di Wikipedia che lo riguardava (la pagina è ora sospesa) erano state inserite informazioni diffamanti sul suo conto, corredate da foto fasulle e affermazioni calunniose.
A detta del giornalista, non è neppure bastato recarsi su Wikipedia per cancellare quella voce dell’enciclopedia: poco dopo è riapparsa online. Un fatto percepito come una sorta di accanimento da parte della wiki-community, sebbene gli stessi admin di Wikipedia ribattano che la cancellazione totale di una voce viene considerata alla stregua di vandalismo, e che la policy dell’enciclopedia impone agli admin il ripristino delle informazioni oscurate.
Le versioni dei fatti differiscono, anche perché Del Papa evidenzia come il successivo inserimento da parte sua nella pagina ripristinata di un avvertimento esplicito che i contenuti pubblicati erano fasulli e diffamatori si sia tradotto nella decisione degli admin di sospendere del tutto la voce in questione. Del Papa annuncia così, e ribadisce di lì a poco, di aver adito le vie legali e lo fa entrando nel dettaglio del funzionamento di Wikipedia, aprendo quindi le porte ad un ulteriore dibattito sul comportamento e le policy della comunità wiki.
A suo dire, infatti, quanto accaduto evidenzia come “la credibilità di wikipedia ne esce confermata per quella che è. Del tutto opinabile, esposta alle incursioni di anonimi o, peggio, di strani demiurghi che sfoggiano una falsa identità, e dunque delinquono più volte in un colpo solo”. “La morale – prosegue – è una sola: diffidare sempre dei sistemi sedicenti aperti, incontrollati, della democrazia di internet, dell’anonimato come garanzia di serietà: è l’esatto contrario, una licenza di infangare, puro terrorismo mediatico che tuttora resta senza apprezzabili rimedi, stante l’esperienza dei guastatori e la loro capacità di cambiare in continuazione server d’origine, avendo cura di tenerli sempre al di fuori della legislazione nazionale. Come usano fare, non a caso, i terroristi veri”.
Dalla vicenda, di cui parlano anche i lettori della rivista, è nata persino una petizione online, una lettera aperta, fin qui firmata da un pugno di utenti, che riconoscendo a Del Papa la sua professionalità, sottolineano lo spirito collaborativo di quello che definiscono “l’esperimento Wikipedia”, evidenziando come si tratti di una realtà “che vive di impegno gratuito e sottoscrizioni volontarie. Costringerla a impegnative e onerose (anche dal punto di vista finanziario) battaglie legali equivarrebbe a metterla in grave difficoltà, con ripercussioni negative per tutti quelli che portano avanti il progetto, e che non hanno alcuna colpa della situazione creatasi”.
“Per quel che siamo riusciti a capire – si legge nella lettera rivolta a Del Papa – confrontando le informazioni date da te e quelle reperite su Wikipedia, crediamo che durante il confronto vi sia stato un imprevedibile e troppo rapido irrigidirsi da parte di tutti i coinvolti. Piccoli qui pro quo hanno avuto un effetto “palla di neve” e hanno travolto la possibilità di comprendersi come una valanga travolge un villaggio a fondo valle”.
Difficile dire cosa accadrà, quel che è certo è che se alla denuncia seguirà un procedimento legale vero e proprio ci si troverà dinanzi ad un importante test per Wikipedia. L’ovvia speranza, condivisa anche da chi ha scritto a Punto Informatico in queste ore segnalando l’accaduto, è che la vicenda possa trovare una composizione prima di finire in aula.