L’idea di trasformare Wikipedia in una normale enciclopedia è venuta al colosso dell’editoria tedesca, Bertelsmann, il quale è riuscito persino a strappare uno storico accordo con la fondazione che tutela lo sviluppo e la gratuità della fonte di informazioni più democratica che ci sia. Il progetto è quello di prendere le 50.000 voci più cliccate della rete e trasformarle in una serie di volumi da vendere ad un prezzo bene o male accessibile. I più informati parlano di 20 euro a volume, che a quanto pare andrebbero praticamente tutti nelle casse della Bertelsmann. Solo un euro andrebbe a infatti a Wikimedia. Il tutto è, naturalmente, lecito e frutto di accordi volontari. La notizia però ha fatto andare su tutte le furie migliaia di utenti di tutto il mondo, preoccupati di vedere snaturata la filosofia Wiki. Non va proprio giù il fatto che ci sia qualcuno che voglia, e possa, trarre profitto dal lavoro di migliaia e migliaia di utenti sconosciuti e sparsi per il globo, che hanno dedicato parte le loro tempo a compilare le voci che tutti, ma proprio tutti, possono consultare gratuitamente online. Vero è che quelli della Berltelsmann hanno avuto il coraggio di pensare ad una cosa che era , per un utente ordinario, semplicemente impensabile. Wikipedia è infatti ormai sinonimo di gratuità. A nessuno verrebbe in mente di pagare per accedervi e consultarla. Questo perché il popolare sito si fonda sull’idea che la conoscenza sia un bene comune. Confermando il suo proverbiale fiuto per gli affari, Bertelsmann ha invece pensato che non faceva peccato a rendere disponibile questa conoscenza anche in formato cartaceo. D’altra parte, una volta formalizzato un accordo con Wikimedia, nessuno può proprio impedirglielo. Gli scontenti se la prendano quindi con la già citata fondazione, e depongano le armi. L’unica forma lecita di protesta che potranno attuare consisterà infatti nel scegliere di non comprare i volumi stampati da Bertelsmann. (Davide Agazzi per NL)