Wikipedia funziona, in Italia traballa

Uno studio conferma le qualità di Wikipedia: il valore dell’intelligenza collettiva è dimostrato dalla qualità delle pagine più modificate. Nella Wiki italiana c’è maretta: alcuni admin dichiarano di voler sospendere le attività


da Punto Informatico

Roma – L’intelligenza collettiva che innerva Wikipedia, che ne rappresenta il motore, dimostra di funzionare in molti frangenti. Assessing the value of cooperation in Wikipedia, lo studio di Dennis Wilkinson e Bernardo Huberman, pubblicato fra le pagine del sito di HP, va ad aggiungersi alla diatriba riguardo all’autorevolezza dell’enciclopedia libera.
250 lingue, idiomi vernacolari compresi, oltre sei milioni di articoli affinati da 236 milioni di modifiche, ad opera di 5,77 milioni di volontari: i due ricercatori hanno messo in luce che all’aumentare della collaborazione corrisponde un significativo aumento di qualità.
Wilkinson e Huberman hanno infatti individuato una correlazione diretta tra il numero delle limature compiute dagli utenti e la qualità della voce che compare sull’enciclopedia libera. Wikipedia ha una long tail: se una grande quantità di articoli, settoriali, resta nell’ombra rispetto all’editing, altri articoli, paragonabili ai best seller, sono modificati da un cospicuo numero di persone.
Queste voci si inseriscono una spirale virtuosa fatta di visibilità, di qualità, di modifiche e di interesse. Le voci che contengono più link, le più visibili sui motori di ricerca, sono anche le più modificate, grazie alla loro visibilità. I miglioramenti garantiscono ulteriore qualità, arricchiscono la voce di link che puntano verso l’esterno e si arricchiscono di link che puntano verso di esse, guadagnando ulteriormente in visibilità (attirando quindi ulteriori modifiche, e affinandosi continuamente).
Wikipedia potrebbe essere interpretata come un patrimonio della comunità, fondato sui contributi volontari degli utenti. Un esempio, sotto certi aspetti, che sembra smentire la teoria “disfattista” esposta in uno storico articolo del biologo Garrett Hardin, The Tragedy of the Commons, la tragedia dei beni messi in comune. A parere del biologo, i beni gestiti in comune, senza l’intervento di autorità o dinamiche di mercato, sono destinati all’implosione, deteriorati da uno sfruttamento egoista da parte di coloro che ne usufruiscono senza contribuire al loro mantenimento.
Per reggere un bene messo in comune come Wikipedia sembra, però, bastino la voglia di contribuire per migliorare un capitale sociale del quale poter fruire, l’inclinazione alla solidarietà, la spinta della reputazione. Un elemento che impedisce l’implosione di Wikipedia, differenziandola dai beni “materiali” analizzati da Hardin, è la sua natura: la conoscenza, il bene che Wikipedia mette in circolo, non teme scrocconi, né usura. Ma teme coloro che la inquinano
L’inquinamento della conoscenza è un problema messo in luce dai dibattiti riguardo all’autorevolezza di Wikipedia, un problema che innesca dinamiche che si ripercuotono su una dimensione sociale, all’interno della comunità dei wikipediani. Questi meccanismi già sono sfociati nella discussa iniziativa WikiTruth. Ora stanno contaminando la Wikipedia in lingua italiana, fra polemiche, scioperi e defezioni da parte degli amministratori.
Le modifiche inquinanti, infatti, subissano di lavoro chi coopera, costringono ad un editing non sempre raffinato, e innescano polemiche, inducendo a modifiche o commenti stizziti.
Ciò vale, in particolare, per le voci che fanno parte della long tail, soggette ad una revisione non tanto da parte di utenti ordinari (la loro visibilità è minima) quanto da parte dei cosiddetti “amministratori” (utenti con alcuni privilegi di intervento in più). Tali amministratori, scelti dalla comunità per merito e costanza, non possono certo essere eruditi riguardo ad ogni nicchia dello scibile umano. E così, sommersi di lavoro, rischiano di dover intervenire sulle voci in maniera a volte radicale, cancellandole, senza offrire troppe spiegazioni. L’operato degli amministratori viene spesso interpretato come un attacco personale o come facente parte di un disegno cospiratorio, scatenando fiammeggianti provocazioni. Una situazione in cui il lavoro viene ulteriormente rallentato, una situazione che svilisce le motivazioni a collaborare.
La pagina delle discussioni sullo “sciopero”, segnalata e commentata da .mau, è folta di commenti e di osservazioni. C’è chi lo considera insensato, ritenendo che contravvenga alla natura volontaria ed etica del progetto.
C’è chi assimila lo sciopero ad un ricatto: il valore di una comunità è maggiore della somma dei suoi individui e del patrimonio di conoscenza che ciascuno reca con sé, per questo motivo la defezione di un individuo priva la comunità di un valore considerevole. C’è chi invita a placare gli animi e a deporre le ostilità. Altri invocano l’avvento di un Leviatano, di una struttura che sappia impersonare meglio l’autorità.
Una soluzione parziale la offre Smart Mobs, nel commentare il report di HP che magnifica le qualità della collaborazione in Wikipedia. Se fosse possibile votare le pagine peggiori di Wikipedia, si darebbe loro risalto e le si offrirebbe all’attenzione e alle molteplici rettifiche degli utenti ordinari. Si eviterebbe di far intervenire amministratori oberati di lavoro e osteggiati da coloro che guardano con sospetto l'”autorità”. In questo modo le flame war, spera qualcuno, si estinguerebbero nel braciere della comunità, i cui elementi che partecipano senza un sincero interesse, desisterebbero.

Gaia Bottà

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