Un noto jingle di un rinomato network nazionale recitava “Puoi sapere tutto, c’è tutto” con l’inconfondibile voce di Beppe Grillo. Non c’è dubbio che Wikipedia sia uno strumento di conoscenza ben ideato e utile, anche se costituisce, a nostro modesto avviso, un buon punto di partenza per un’informazione iniziale e generalizzata. Tuttavia il controllo dei contenuti delle voci inserite – in quanto implementato dagli utenti stessi secondo il concetto “wiki” di collaborazione – è stato pressoché assente, contribuendo ad innescare, talvolta, accese polemiche. Non a caso, il fronte degli oppositori a Wikipedia si è compattato e ha creato Wikipedia Class Action, un sito che permetterà a chiunque di segnalare errori, falsità e casi di diffamazione contenuti nelle pagine dell’enciclopedia on-line, per poi raccogliere in maniera logica e coordinata un fascicolo in grado di costituire la base per un’azione legale contro la Fondazione Wikimedia. Il fondatore dell’enciclopedia “per tutti” – Jimmy Wales – ha, quindi, deciso di dare un giro di vite che, da una parte, impedirà agli utenti non registrati (e quindi totalmente anonimi) di comporre, arricchire, correggere o aggiornare i contenuti di Wikipedia e, dall’altra, prevederà un “periodo di prova” di due mesi per le notizie riguardanti personaggi pubblici. Provare per credere. (L.B. per NL)