O per l’ondata di proteste che sta investendo le Olimpiadi di Pechino 2008. Sta di fatto che il governo cinese, nelle ultime settimane, ha deciso di allentare la presa sul controllo dei siti internet internazionali. Anche Wikipedia torna quindi ad essere accessibile agli utenti cinesi. Solo la versione inglese però. E solo le pagine che non riguardano le tematiche più scottanti di carattere politico. Il governo di Pechino non pare dunque orientato a fare grandi passi in avanti. Queste concessioni sembrano essere solo un piccolo contentino per le diplomazie occidentali. Non sono infatti molti i cinesi che abitualmente consultano i siti web degli organi di informazione internazionali. La stragrande maggioranza della popolazione resta all’oscuro di quanto accade dentro e fuori i confini della Repubblica Popolare. C’è da scommettere che la crisi diplomatica non si attenuerà dunque in nessun modo. E non tanto per volere dei governi dei Paesi occidentali, ma per via dell’attivismo di quei migliaia di militanti di base di Ong e associazioni che in questi giorni si stanno adoperando per spegnere la fiaccola olimpica. Difficile pensare che queste persone si accontentino della “glasnost” in salsa cinese di cui vi stiamo raccontando negli ultimi tempi. Più probabilmente saremo invece costretti a parlarvi di una “lunga estate calda”, quella olimpica. (Davide Agazzi per NL)