Tyler (USA) – Sull’orizzonte di Wi-Fi sembrano addensarsi nubi dalle tinte fosche. A minacciare quello che oggi è uno dei più floridi settori del mercato hi-tech è un brevetto del Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), ente australiano che reclama la paternità di una delle tecnologie alla base dei celebri standard wireless 802.11a e 802.11g.
La scorsa settimana CSIRO ha ottenuto la sua prima vittoria legale contro un produttore di dispositivi Wi-Fi, la texana Buffalo Technology. Sebbene si tratti solo del primo round di uno scontro legale che, con gli appelli, potrebbe protrarsi per anni, la sentenza emessa dal tribunale americano ha scosso l’intera industria del Wi-Fi.
A suscitare clamore è che il giudice, tale Leonard Davis, sia giunto alla propria decisione avalendosi di un procedimento abbreviato, detto summary judgment: in genere una corte intraprende questa scorciotoia giuridica solo quando le prove del reato risultano così schiaccianti da non richiedere dibattimento. Va sottolineato che il summary judgment viene adottato assai di rado nei dibattimenti riguardanti i brevetti.
A meno che Buffalo non vinca un appello, l’azienda di Austin potrebbe essere costretta a pagare a CSIRO tra 1,5 e 2 milioni di dollari a titolo di risarcimento danni. Ma una sconfitta di Buffalo secondo molti avrebbe forti ripercussioni sull’intera industria di Wi-Fi.
Come fanno notare alcuni analisti, Wi-Fi si è diffuso a macchia d’olio anche grazie ai suoi bassi costi: ciò è ancor più vero quando si parla dei dispositivi mobili consumer, come i cellulari e i player MP3, dove lo standard di IEEE si sta affermando con una certa rapidità. Se CSIRO dovesse chiedere royalty a tutte le aziende che oggi producono hardware Wi-Fi, le conseguenze economiche potrebbero essere molto pesanti.
“Uno dei motivi per i quali Wi-Fi è proliferato è perché è divenuto estremamente economico, tanto da poterne inserire i chip anche nei più comuni dispositivi elettronici di consumo”, ha commentato Stan Schatt, vice president di ABI Research. “Ma se a causa delle licenze il costo della tecnologia dovesse salire, anche di poco, l’economia del settore potrebbe collassare”.
A partire dallo scorso anno sono molti i giganti del settore informatico – Microsoft, Dell, HP e Intel in prima fila – ad essersi mossi compatti contro il brevetto 5.487.069 di CSIRO. Dopo la vittoria legale di quest’ultima, però, le azioni legali promosse dalle succitate aziende per invalidare il brevetto sembrano avere meno chance di successo.
Una cosa è certa: se CSIRO dovesse spuntarla anche contro questi giganti, avrebbe la facoltà di imporre le proprie condizioni a tutti i produttori di dispositivi Wi-Fi. E si parla di un mercato che quest’anno, solo per quanto concerne gli access point, dovrebbe fatturare quasi 2 miliardi di dollari. Tra l’altro secondo CSIRO il brevetto ‘069 si applica non soltanto agli attuali standard 802.11a/g, ma anche all’imminente 802.11n, la cui bozza si trova per altro già implementata in diversi prodotti commerciali.