Web. Yang esce di scena. Microsoft avanza nuove richieste? Falso

Dopo le dimissioni del ceo di Yahoo!, il team di Ballmer sarebbe stato pronto a fare una nuova offerta alla nota internet company. La Cnbc spiega che non è possibile


Non ha fatto in tempo a dare le proprie dimissioni che Microsoft sarebbe tornata in pista (questo a dire di molti, ivi compresa la stampa internazionale). Sembrava quasi che Jerry Yang, ex ceo di Yahoo!, fosse il proverbiale sassolino nella scarpa di Ballmer, il quale, molto tempestivamente, avrebbe formulato una nuova offerta. Questa volta però non si trattava più di rilevare l’intera società. L’interesse di Microsoft doveva infatti essere localizzato esclusivamente sulle attività di ricerca della internet company, per le quali Ballmer avrebbe investito – sempre secondo quanto recentemente riportato dalla stampa internazionale – ben 20 miliardi di dollari (poco meno della metà di quanto era stato offerto per la società intera, 47mld). Le prime voci su questo accordo arrivavano, qualche giorno fa, dal Sunday Times of London che non avrebbe però approfondito l’argomento, in attesa di ulteriori dettagli ed eventuali dichiarazioni ufficiali. La Cnbc ha comunque fatto luce sulla questione, spiegando che l’ipotesi di un nuova intesa non è credibile e non solo perché l’attesa per il nuovo ceo comincia a diventare più lunga del previsto, ma anche perché la cifra di 20 miliardi per le sole attività di ricerca non è in alcun modo verosimile, soprattutto ora che l’intero valore di mercato di Yahoo! non sorpassa i 12 miliardi di dollari a causa delle erronee scelte di Yang. Il valore della società sarebbe infatti sprofondato fino a qualche settimana fa, accusando il colpo dei fallimenti prima con Google, poi con Time Warner (gruppo AOL) e poi, per finire, con Microsoft. Dunque l’estromissione di Jang potrebbe avere giocato un ruolo decisivo nelle intenzioni di Ballmer (che sceglierà sicuramente altrove le prossime eventuali acquisizioni) e nel futuro di Yahoo!, ancora il secondo motore di ricerca al mondo, ma con dei “piccoli” problemi da risolvere. (Marco Menoncello per NL)

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