Nel workshop di ieri a Roma intitolato “5G, evoluzione o rivoluzione” si è fatto il punto sugli sviluppi della nuova tecnologia a banda ultralarga.
Al meeting, avvenuto nella sede Agcom della capitale, hanno partecipato Angelo Marcello Cardani (foto), presidente di Agcom, Maurizio Dècina, professore del Politecnico di Milano e presidente di Infratel, Antonello Giacomelli, Sottosegretario alle Comunicazioni, Eva Spina, Direttore generale del Ministero dello Sviluppo Economico per la pianificazione e la gestione dello spettro radioelettrico. La portata rivoluzionaria del 5G avrà diverse conseguenze positive per gli utenti del web: basti pensare che sarà possibile raggiungere una velocità di download compresa tra i 10 e i 20 Gigabyte al secondo a fronte dell’attuale 1 Gigabyte con la Long Term Evolution. In Italia, la sperimentazione dovrebbe partire da sei città: Torino, Milano, Bari, L’Aquila, Prato, Matera, con il capoluogo piemontese che entro la fine dell’anno dovrebbe disporre di 100 small cell nel centro città. “La premessa è la virtualizzazione delle reti di telecomunicazioni che offrono flessibilità e a differenza dell’Internet attuale, la possibilità di trasportare pacchetti dati direttamente end to end – ha spiegato Maurizio Dècina all’evento – Fondamentali per i nuovi servizi e la qualità delle prestazioni sarà accompagnare la virtualizzazione delle reti con la distribuzione di una miriade di server e di base station virtuali, il più vicino possibile all’utente in caso di offerte mission critical, in particolare per l’Internet of Things”. (M.R per NL)