L’assedio alla più famosa piattaforma di contenuti video avviene in un momento piuttosto delicato: BigG, che l’aveva comprata nel 2006 per 1,65 mld di dollari, vive infatti una complessa fase di calo dei profitti.
La coppia più potente del mondo, ovvero il presidente Barack Obama e la sua First Lady, da sempre utilizza YouTube per parlare al mondo, con un occhio di riguardo per i millenial, i giovani under 30 in fuga dalla vecchia tv tradizionale: i discorsi alla nazione e le visite ufficiali con i capi di stato passano infatti per la piattaforma controllata da Google. Dopo dieci anni dal debutto però, se è vero che YouTube resta una destinazione d’eccellenza per gli internauti alla caccia di filmati, non si può comunque tralasciare il fatto che il suo dominio non sia più incontrastato. Come riporta un articolo di lunedì 30 marzo, apparso su Il Corriere della Sera, gli investimenti pubblicitari delle aziende si stanno spostando dalla tv all’online, ed è in crescita il numero di chi fa concorrenza al sito Google per accaparrarsi una fetta di questo nuovo business. Sul terreno di gioco si sono schierati i maggiori social, tra cui spiccano Facebook e Twitter (che prima si limitavano solamente a ospitare i video sui propri network), i produttori di smartphone e tablet come Samsung (con il servizio Milk Video), oltre alle piattaforme come Vimeo (sito social di video, di proprietà di IAC, lanciato nel novembre 2004) e Vessel. Proprio quest’ultima nei giorni scorsi ha annunciato ufficialmente la sua sfida contro il “Golia” del web, lanciando il suo servizio in abbonamento che prevede l’esclusiva per tanti contenuti inediti a 3 dollari mensili. Ma in un universo in cui connettendosi al web si ha la possibilità di video e download gratuiti, la domanda sorge lecita: perché mai pagare per vedere dei filmati? Vessel ha fatto sapere che gli abbonati potranno fruire di contenuti ancora non presenti su YouTube con almeno tre giorni di anticipo. L’accesso anticipato è molto prezioso, dal momento che tanti sono gli utenti che amano vedere qualcosa in anteprima, e si rivelerà indubbiamente come un punto a favore del neonato servizio, che col tempo potrebbe diventare una spina nel fianco per Google. Susan Wojcicki, amministratore delegato YouTube da solamente un anno, si trova quindi in una situazione complessa: nelle sue mani il doppio compito di innalzare la qualità dei contenuti e di contribuire al bilancio della capogruppo meglio di quanto fatto finora. Certo, monetizzare l’audience, ossia trasformare in fatturato e utili il miliardo e oltre di utenti che ogni mese visitano il sito, sarebbe un sogno per il gruppo: ma l’operazione non è semplice dal momento che, come riporta Il Corriere, c’è ancora molta “spazzatura”, molti video imbarazzanti accanto ai quali nessun marchio serio vorrebbe mai far apparire i suoi spot. Intanto, per correre ai ripari e cercare di parare i colpi – benché minimi finora -, i vertici YouTube stanno pensando a un servizio Vod (video on demand) e la scorsa settimana dal festival SXSW di Austin hanno lanciato anche YouTube for Artists, che aiuterà cantanti e professionisti della musica ad aumentare fan e incassi. Susan Wojcicki ha poi in mente un’altra iniziativa, gli YouTube originals, ovvero programmi di commedie e altri contenuti per famiglie, prodotti da creativi in collaborazione con la stessa YouTube, che metterà a disposizione esperti dello show business oltre alle strutture degli studios di Los Angeles, New York, Londra e Tokio. L’a.d. dunque non può perdersi in festeggiamenti per il decimo compleanno del più famoso sito di contenuti video perché lo scenario cambia velocemente, e gli avversari sono sempre in agguato. (V.R. per NL)