Web tv: per avere successo occorrono palinsesti pianificati

Entro il 2011 ci saranno 30 milioni di abbonati in tutto il mondo. Ma in Italia l’Iptv ha bisogno di una mediazione editoriale con palinsesti confezionati


La web tv, basata sull’interattività che si crea con lo spettatore, il quale può personalizzare e scegliere in modo autonomo cosa vedere, per riscuotere maggiore successo in Italia ha bisogno di una mediazione editoriale. Questo è ciò di cui si è discusso alla conferenza “La rete come nuovo strumento di contatto: l’intrattenimento digitale”, tenutasi presso il Tiscali campus di Cagliari e organizzata da Aict (Associazione per la tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni). L’interessante spunto arriva dall’edizione di Sabato 20 settembre del quotidiano Italia Oggi. Per accattivarsi pubblico e investimenti pubblicitari, la web tv dovrebbe essere in grado di agire come la tv tradizionale con tanto di palinsesti pianificati e prodotti confezionati. C’è inoltre la reale necessità di abbattere i costi e la complessità di trasmissione cercando di far fronte agli unici fornitori di infrastrutture, gli operatori di telecomunicazioni. Spiega Laura Corbetta a.d. di Yam112003: “I contenuti muoiono se non sono confezionati in un palinsesto che non necessariamente presuppone la trasmissione lineare di programmi come fa la tv generalista. Gli operatori di telecomunicazioni dovrebbero ideare un bouquet di offerte, ma per fare questo è necessaria una mediazione editoriale. Fare tv non è un mestiere che si può improvvisare”. Al convegno erano presenti i rappresentanti di alcune aziende impegnate nell’investimento sulla web tv come Telecom e Tiscali. Si calcola che i consumatori della web tv stanno crescendo in tutto il mondo. Nel 2007 a possedere un contratto per la visione Iptv erano nel mondo 13,6 milioni; si stima che nel 2011 saranno circa 72 milioni e nel Sud Europa nel giro del prossimo triennio arriveranno a 30 milioni di abbonati. “In realtà è da qualche anno che si sposta in avanti nel tempo la data dell’atteso boom”, conclude Fabrizio Mieli direttore Digital Television di Fiscali Italia, “ma io credo che si farà breccia nel mercato di massa solo quando anche i broadcaster entreranno nel gioco dell’Iptv”. (Sara Fabiani per NL)

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