In anteprima (11 settembre) ci sarà una giornata-studio dal titolo “Web radio in progress”, ovvero come fare una radio in casa, quasi come una scuola elementare di radiofonia o un laboratorio di comunicazione. In carnet anche un concorso nazionale per l’ideazione di una trasmissione radiofonica.
Ogni sera dalle 20,30 in poi musica non stop per tutti i gusti. Ingresso libero.
“Radioliberafestival” (a cura del Comune di Santa Croce sull’Arno per l’ideazione e l’organizzazione di Terzo Studio) è un festival musicale che condurrà il pubblico in una sorta di viaggio esplorativo tra tanti generi musicali destinati a spettatori eterogenei di ogni età.
“Se riuscissimo – spiegano i direttori artistici Alberto Masoni e Alessandro Gigli – a far sì che chiunque partecipi al festival, anche casualmente, spostandosi da un palcoscenico all’altro, possa trovare una musica che lo faccia entrare in sintonia con sé stesso, con gli altri o con la festa, ebbene quello sì sarebbe un grande risultato”. Quest’anno la festa si espanderà nel tempo e nello spazio. Partenza giovedì 11 settembre dalle 16,00 all’auditorium della Biblioteca Comunale (Piazza Matteotti) con “Web radio in progress”. Salvatore Riso, tecnico della Rea (Radio Europee Associate) e presidente del circuito “Le 100 radio più belle d’Italia”, insieme a Paolo Lunghi, responsabile politiche culturali della Rea, spiegheranno come “costruirsi” in casa una web radio utilizzando un personal computer e una linea telefonica. Il festival lancia per la prima volta il concorso nazionale “Numero Zero” per l’invenzione di un ‘nuovo format’ radiofonico. Potranno parteciparvi tutti coloro che hanno in mente una trasmissione radiofonica originale e desiderano realizzarla. Il bando del concorso scade il 30 aprile 2009.
Nelle tre serate in programma troveremo formazioni come il “Trio Radiomarelli & Friends” ed il loro Omaggio a Gorni Kramer, l’imprevedibile Lullo Mosso ed il suo mitico Mototrabbasso, il duo Lazy Step con la loro Blues Stories, un suonatore di sega romantica. “Detto questo – spiegano Masoni e Gigli – le anticipazioni sul programma servono a poco, perché non abbiamo a che fare con musicisti e uomini di spettacolo conosciuti al grande pubblico, per cui qui un nome può valere l’altro. In queste iniziative quello che conta è l’idea, nel nostro caso un’idea di musica in movimento, di musica in continua evoluzione, di musica che si adatta e si improvvisa con il pubblico, una musica che è anche, e talvolta soprattutto, da vedere”. Il pubblico che partecipa al festival, raramente è attratto da questo o quel nome, il pubblico che sceglie di venire decide di fidarsi – come del resto ha fatto lo scorso anno – e se è soddisfatto ritorna e magari porta l’amico. Tutto questo senza nulla togliere agli artisti che partecipano che sono fior fiore di professionisti.