Web: polo pubblicitario unico per Post, Fatto, Dagospia e Lettera 43

Dopo la cessione del gruppo Banzai della divisione media a Mondadori (fatta eccezione per il Post e Giornalettismo) la compagnia di Paolo Ainio torna a concentrarsi solo sull’e-commerce lasciando il mercato pubblicitario.

E così, il giornale diretto da Luca Sofri rimane di fatto senza concessionaria con i suoi 260 mila utenti unici in cerca di rappresentanza; numeri appetitosi per il mercato del web advertising italiano. Già da tempo alcuni ipotizzano un polo unico per la raccolta online de il Post, Il Fatto quotidiano online, Lettera 43 e Dagospia. Un gruzzolo da 900 mila utenti unici giornalieri, numero piuttosto interessante per molte concessionarie. E’ necessario però convincere gli editori che essere uniti dal punto di vista pubblicitario non comporta alcun cambiamento automatico sul piano dell’autonomia e indipendenza editoriale. Un esempio sul tema, è dato dalla WebSystem 24 del gruppo Il sole 24 Ore: la società di advertising, raccoglie siti anche politicamente distanti come Dagospia, Lettera43, Liberoquotidiano e altri. Tuttavia, dato il recente cambio al vertice di Confindustria con Federico Boccia nuovo presidente, il gruppo sole24 Ore dovrà trovarsi presto un nuovo ad con conseguenti rivoluzioni anche alla WebSystem24 ora guidata da Ivana Ranza. Per quello che riguarda la Editoriale Il Fatto, il suo ad Cinzia Monteverdi ha già dichiarato di voler creare un polo pubblicitario interno con lo scopo di valorizzare sia l’edizione cartacea sia quella online, che con i suoi 436 mila utenti unici è tra le più navigate in Italia ma raccoglie ancora cifre insufficienti a coprire i 4,5 mln annui di costi dell’edizione web diretta da Peter Gomez. E’ sempre più probabile dunque che Matteo Arpe (Lettera 43), Roberto D’Agostino (Dagospia), Sofri per Il Post con il suo principale azionista Banzai, ed infine Monteverdi per Il Fatto possano discutere della necessità di creare un aggregatore di news online in grado di contendersi budget pubblicitari da 30-40 milioni di euro all’anno. Una notevole differenza con i 7 milioni di euro l’anno che i quattro siti riescono a raggiungere separatamente. (A.P. per NL)

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