Il sistema di ricavi delle piattaforme streaming è sorretto dagli abbonamenti pay. Tuttavia, recentemente si è notato come, sempre più frequentemente, i big del settore abbiano iniziato a offrire contenuti in streaming su piattaforme AVOD – advertising video on demand – finanziate dalla pubblicità.
Al via una nuova concorrenza
In questo modo gli OTT sconfinano, però, nel business dei broadcaster televisivi, che contano sostanzialmente sulla raccolta pubblicitaria.
Gli esempi sono davvero molti: Chili, Rakuten, Hbo Max di Warner Media, Peacock della Nbc che, ad esempio, presenta un’offerta gratuita con pubblicità e una a pagamento, Hulu basic del gruppo Disney, che offre un abbonamento a 5,99 dollari al mese con pubblicità, uno a 11,99 dollari senza pubblicità, e infine uno a 54,99 dollari più ricca e con eventi live.
Tubi del gruppo Fox corporation presenta, invece, un servizio gratuito, come anche Pluto tv di ViacomCbs, mentre Cbs all access – che tra qualche settimana con un rebranding diventerà Paramount + – propone un’offerta a 5,99 dollari al mese con pubblicità, e di 9,99 al mese senza inserzioni commerciali.
Si punta tutto sul catalogo, ma morti ci sono stati e ci saranno a breve
Farhad Massoudi – ceo e fondatore di Tubi – ha spiegato che il modello AVOD “Può essere quello con le migliori opportunità nei prossimi anni, anche perché i consumatori non possono permettersi di pagare 7-8 abbonamenti al mese, soprattutto in questa fase di crisi economica. Molte offerte SVOD sono morte negli ultimi mesi, e molte moriranno”.
Una piattaforma AVOD deve puntare tutto sulla forza del proprio catalogo, fondamentale per mantenere alti i consumi di contenuti, assicurarsi un engagement costante e ottenere alti ricavi pubblicitari. Da sottolineare, inoltre, che questo tipo di piattaforma – gratuita e basata sulla pubblicità – presenta tendenzialmente un pubblico più anziano e di condizioni socio-economiche più basse rispetto alle altre offerte streaming.
Il 17% utilizza una o più piattaforme
Negli Stati Uniti, sulla base dei dati di Ampere analysis, il 17% degli utenti di Internet ha utilizzato una o più piattaforme AVOD nel terzo trimestre 2020 (+4% su luglio-settembre 019).
Sempre nel periodo in analisi, Netflix conta 65,2 mln di abbonati, seguito da Prime Video con 49,2 mln, Disney+ con 37,3 mln, Hbo Max con 29,3 mln, Peacock con 15,5 mln e infine Apple tv con 14,2 mln.
Le più viste
Nella settimana precedente alla ricerca (28-30 settembre 2020), le piattaforme effettivamente usate dagli americani risultano, invece, essere Netflix (56%), YouTube (44%), Prime Video (41%), Hulu (33%), Disney+ (24%), Roku Channel (13%), Hbo Max (11%), Pluto tv (10%), Tubi (9%), Cbs all access (8%), Apple tv+ (7%), Peacock free (7%), Espn+ (6%), Peacock pay (2%), Quibi (2%).
Tutti gli investimenti in prodotti originali
Ingenti sono gli investimenti dei vari colossi per prodotti originali audiovisivi, distribuiti nell’arco del 2020.
Netflix e ViacomCbs investiranno ciascuno 13,4 mld di dollari, Disney 11,1 mld, Nbc Universal 9,4 mld, Amazon 7,5 mld, Warner Media 6,3 mld, Hulu 4,8 mld, Fox 4 mld, Discovery e Sky Europe 3,7 mld ciascuno, France Télévisions 2,2 mld, Bbc 2,1 mld, Apple tv 1,9 mld, ProSiebenSat1 1 mld, Rtl e Tf1 900 mln di dollari ciascuno, infine Mediaset e Channel 4 850 mln di dollari a testa. (N.S. per NL)