Mentre il mondo intero si congratula con la democrazia americana per la storica elezione di Obama, diffondendo un’atmosfera di insperata concordia, lo stesso non si può dire per i mercati finanziari internazionali. Il cielo ancora non volge al sereno e molti mesi dovranno passare prima di capire quali saranno le conseguenze di questa crisi sull’economia e, soprattutto, chi sarà a pagarle per primo. Per ci si può limitare ad osservare i movimenti dei mercati e sperare che nessuna altra bomba ad orologeria turbi il fragile equilibrio ricreatosi nel corso delle ultime settimane. Se a livello generale si può dire che la situazione è sotto controllo, ben diverse le cose sono per le singole aziende. Prova ne è il balletto senza fine, a cui da mesi assistiamo, tra Microsoft e Yahoo. Se prima dell’estate era il colosso dell’informatica a corteggiare la stella della new economy, adesso la situazione si è completamente ribaltata. Yahoo, che aveva a suo tempo rifiutato un’offerta da 46 miliardi di dollari, si trova ora alle strette a causa delle turbolenze sui mercati finanziari e si dichiara ora disponibile a riaprire le trattative con l’azienda fondata da Bill Gates. Sfumato l’accordo con Google e spaventata dall’atteggiamento dell’antitrust americana, Yahoo è consapevole che solo Microsoft potrebbe essere interessata ad un acquisizione. E per questo è ritornata sui suoi passi, a capo chino. La palla ora passa a Steve Ballmer, CEO di Microsoft. Potrebbe cogliere una ghiotta opportunità, comprare Yahoo ad un prezzo di favore, oppure “punirla” per le scelte fatte solo qualche mese fa, lasciando la web company al suo destino. Per ora l’urlante Ballmer temporeggia. E, naturalmente, gioca al ribasso. (Davide Agazzi per NL)