Un affarone per Apple ed una svendita per Shazam, che dimostrerebbe che dietro il più famoso software per il riconoscimento dei brani musicali (autore e titolo) non c’è il business che si pensava?
La cifra di 400 mln di dollari che Apple avrebbe versato per aggiudicarsi la proprietà dell’app Shazam è infatti circa 1/3 di quella che il mercato si aspettava (durante una delle ultime raccolte fondi l’applicazione era stata infatti valutata oltre un miliardo di dollari). Proprio in base a tali considerazioni secondo alcuni analisti, in realtà, l’operazione potrebbe essere più articolata e la cifra resa nota sia solo una parte del prezzo. Secondo altri, invece, il business di Shazam era semplicemente sopravvalutato, sebbene variegato: ricordiamo – infatti e per esempio – che di Shazam esiste anche una versione “radio”.Il servizio Shazam for Radio consente di riconoscere la programmazione (musica, singole trasmissioni, addirittura station ID), conduttori e la pubblicità delle stazioni radio attraverso l’app Shazam ed offre agli utenti “esperienze interattive in tempo reale sui dispositivi mobili”, come ad esempio ricevere i rapporti meteorologici iper-locali “Shazamable” della radio sugli smartphone.
Dal punto di vista commerciale, Shazam for Radio offre poi un valore aggiunto notevole, realizzando interazioni dirette tra l’ascoltatore e l’inserzionista, consentendo un monitoraggio sul ritorno sull’investimento (noto con l’acronimo ROI) ed una profilazione dell’utenza del medium e della clientela.
Secondo gli ideatori, Shazam for Radio rappresenta una nuova opportunità di reddito per le stazioni ed ha una forte attrattiva per gli inserzionisti: tra le tante cose, fornisce un nuovo canale di distribuzione per le promozioni ed è una forma di indottrinamento degli ascoltatori verso le peculiarità digitali (link diretto al sito, couponing, video, contest, download di app, calendarizzazione automatica degli eventi con avvisi, alert per saldi e promozione, ecc.). (E.G. per NL)