Grazie a trasferimenti dall’Italia all’Irlanda e a un meccanismo di contabilizzazione delle vendite che non comprende tutti i reali clienti, ma che indica cripticamente “clienti italiani designati” sul proprio bilancio, Meta ha versato al fisco italiano solo 2,7 milioni di euro, a fronte di ricavi che arrivano quasi a 350.
Il fatturato della società è cresciuto del 50%, così come le spese e le imposte. Ma la sproporzione tra giro d’affari e oneri fiscali rimane evidente, mentre la sede irlandese raccoglie la maggior parte dei profitti della divisione italiana.
Il bilancio di Meta in Italia
Il bilancio della divisione italiana di Meta conferma l’andamento più che positivo della società e del sistema advertising online. I conti, però, non tornano del tutto, almeno per quanto riguarda le imposte da versare nel nostro paese.
Irlanda, sola andata
Come la gran parte delle big tech operanti su suolo europeo, anche quella di Zuckerberg ha stabilito la propria sede in Irlanda. Il paese è, infatti, notoriamente poco stringente in materia di tassazione. Verso l’Isola di Smeraldo sono stati spostati, dall’Italia, circa 315 milioni di euro con la causale “acquisto magazzino pubblicitario relativo all’attività di vendita di pubblicità”.
Trasferimenti infra-gruppo
Questi trasferimenti infra-gruppo hanno fatto sì che i profitti di Meta in Italia si abbassassero notevolmente, permettendo alla società di risparmiare sulle tasse. Il gruppo di Zuckerberg, infatti, ha versato al fisco tricolore 2,7 milioni di euro, a fronte di quasi 350 milioni di fatturato (+49% rispetto al 2020) e 7 di utili.
Questione di definizione
Anche in questo caso, però, i numeri non sono esattamente quelli indicati. Infatti, le vendite che la società contabilizza sono soltanto quelle rivolte a clienti italiani designati. Definizione, questa, che non comprende tutte le aziende che si affidano ai servizi pubblicitari di Meta.
Reselling
Il resto degli investimenti delle imprese che non rientrano in questa cerchia ristretta viene dirottato verso la divisione Irlandese. Questo meccanismo è reso possibile dalla posizione della sede italiana, che si identifica come rivenditrice di spazi pubblicitari per la filiale principale di Dublino, dove queste operazioni vengono rendicontate.
Oltre il miliardo
Secondo alcune stime, dunque, il reale giro d’affari del gruppo in Italia sarebbe superiore al miliardo di euro. Cifre coerenti con i dati dell’ultima indagine Agcom, da cui risulta che per l’80% circa il mercato pubblicitario online italiano è controllato da big tech americane.
Bilancio globale
Tali numeri sono del tutto coerenti, inoltre, con il bilancio a livello globale di Meta, che ha dichiarato ricavi per 118 miliardi, di cui 34 utili. Il rapporto di redditività è sicuramente superiore a quello della divisione italiana, che insieme al fatturato ha visto crescere anche le spese quasi alla pari (rispettivamente +49% e +43%).
Meta-pubblicità
Il nuovo progetto di Mark Zuckerberg è appena all’inizio e punta sempre più all’interazione della realtà aumentata, aspetto che sicuramente attirerà investimenti pubblicitari sempre maggiori.
Solo l’inizio
La crescita importante registrata dalla divisione italiana, dunque, sebbene aiutata dalla situazione pandemica, potrebbe essere solo l’inizio di un aumento incontenibile della piattaforma americana e dei suoi derivati. (A.M. per NL)