Stando alle rilevazione di Nexplora, il 48% per cento degli annunci on-line non viene visualizzato per più di un secondo. Investitori e società d’analisi cercano un punto d’incontro per stabilire standard di rilevazione.
Fra i vari segmenti del settore pubblicitario, quello online è sicuramente quello con maggiori promesse, vista anche il suo +8,5% registrato nel 2015 (dati Nielsen); gli investimenti dunque ci sono e crescono, ma ancora mancano parametri consolidati per poterne valutare efficacemente il potenziale. E proprio nell’ambito dell’efficacia rientrano le rilevazioni eseguite da Nexplora, società italiana di ricerca, nello spigoloso campo dell’advertising digitale; stando ai dati relativi al 2015, solo il 48% degli annunci pubblicitari monitorati per l’indagine su siti italiani è stato visualizzato per almeno 1 secondo. Considerando invece il dato sui 5 secondi, la percentuale si abbassa sino al 33%. Di questo vuole occuparsi la nuova ricerca sulla “viewability” intrapresa con forza da Nexplora e dall’Upa, l’associazione degli investitori pubblicitari. A conti fatti, raggiungere degli standard condivisi sul monitoraggio e la misurazione dell’advertising conviene a tutti; agli investitori e ai centri media per valutare l’efficacia delle campagne pubblicitarie, agli editori di siti web per poter fornire ambienti promozionali più appetibili e alle società d’analisi per analizzare uniformemente i dati. Tuttavia, il traguardo sembra ancora molto lontano, sia perché i pochi standard esistenti sono poco rispettati e sia perché non sono comunque del tutto esaustivi del problema. E mentre diverse compagnie di ricerca come la citata Nexplora si impegnano per trovare dei parametri maggiormente affidabili, operatori come Audiweb invece si limitano a misurare le semplici visite sui portali web, fornendo delle sterili misure quantitative ma non qualitative. (G.C. per NL)