In merito all’intervista di Maurizio Costa, Presidente di Fieg, ”desideriamo ricordare – spiega in una nota il portavoce di Google – che Google collabora con gli editori per aiutarli a incrementare i ricavi delle loro testate online e ad avere un rapporto più diretto con i loro lettori”.
”Gli editori, inoltre, possono scegliere se essere presenti in Google News oppure no. La verità è che Google invia ogni mese 10 miliardi di clic agli editori di tutto il mondo e che riceviamo di gran lunga più richieste di essere inclusi in Google News che non di essere esclusi. Inoltre, attraverso il programma AdSense, nel 2013 abbiamo ridistribuito 9 miliardi di dollari agli editori di tutto il mondo, una cifra in crescita di 2 miliardi rispetto al 2012”, conclude il portavoce di Google. “Il governo è sensibile al tema. Anche in Parlamento la discussione è aperta. E tutte le autorità di garanzia del Paese hanno piena coscienza di quanto sia importante intervenire”, aveva dichiarato al quotidiano La Repubblica Maurizio Costa, dal 1° luglio presidente della Fieg, considerando ormai maturi i tempi perché l’Italia vari una ‘legge Google’ come ha fatto la Spagna. “Chiediamo solo che paghi il giusto chi utilizza contenuti editoriali di proprietà di altri”, aveva detto il presidente degli editori dei giornali.
”Gli editori, inoltre, possono scegliere se essere presenti in Google News oppure no. La verità è che Google invia ogni mese 10 miliardi di clic agli editori di tutto il mondo e che riceviamo di gran lunga più richieste di essere inclusi in Google News che non di essere esclusi. Inoltre, attraverso il programma AdSense, nel 2013 abbiamo ridistribuito 9 miliardi di dollari agli editori di tutto il mondo, una cifra in crescita di 2 miliardi rispetto al 2012”, conclude il portavoce di Google. “Il governo è sensibile al tema. Anche in Parlamento la discussione è aperta. E tutte le autorità di garanzia del Paese hanno piena coscienza di quanto sia importante intervenire”, aveva dichiarato al quotidiano La Repubblica Maurizio Costa, dal 1° luglio presidente della Fieg, considerando ormai maturi i tempi perché l’Italia vari una ‘legge Google’ come ha fatto la Spagna. “Chiediamo solo che paghi il giusto chi utilizza contenuti editoriali di proprietà di altri”, aveva detto il presidente degli editori dei giornali.
“È ora che questo gigante, come qualsiasi aggregatore di notizie di Internet, riconosca il diritto d’autore per gli articoli, le foto, i video linkabili da Google News”, aveva aggiunto Costa, precisando: “E’ vero che la pagina di Google News non ha banner pubblicitari, ma Google raccoglie in Italia, nelle stime di alcuni centri studi, oltre un miliardo di pubblicità all’anno. Che è quanto fattura l’intero settore della carta stampata, quotidiana e periodica”. Inoltre “dovrebbe pagare le tasse per la quota di profitti che realizza in Italia, come fa ogni imprenditore. Invece ha stabilito la sua sede legale in Irlanda e si permette un’elusione fiscale molto ingente”. Un gettito che, secondo Costa, potrebbe essere destinato a wi-fi e alla banda larga. Alle critiche sull’editoria come sistema assistito, Costa aveva controbattuto che si trattava di “una pesante forzatura. Su 7000 testate giornalistiche, solo 200 ricevono finanziamenti pubblici” e sono “risorse destinate al pluralismo. Il tutto peraltro per un ammontare inferiore a 50 milioni. Un quarto rispetto solo a pochi anni fa”, aveva concluso l’esponente degli editori dei giornali. (E.G. per NL)