Web: gli editori di Francia, Germania e Italia coesi contro Google

La Federazione Italiana Editori e Giornali, l’Association de la Presse e la Bundesverband Deutcher Zeitungsverleger puntano alla ricompensa da parte dei motori di ricerca e degli aggregatori online per i contenuti editoriali delle loro testate.

Nobile – nelle intenzioni dichiarate – l’obbiettivo perseguito, diretto a garantire lo sviluppo concorrenziale dell’attività di produzione di contenuti, l’attività di informazione e soprattutto la qualità. Alle azioni già avviate da Francia e Germania si è unita anche la Fieg, che in una nota ha dichiarato che “Gli editori italiani e francesi hanno deciso di agire in concerto, coordinando la propria azione di sensibilizzazione con quella dei colleghi tedeschi. Il tema della tutela dei contenuti editoriali e del riconoscimento agli editori di uno specifico diritto d’autore connesso alle attività di indicizzazione effettuate dai motori di ricerca diviene ora un problema urgente”. Le tre associazioni editoriali concordano sull’importanza del Web e, in effetti, i dati parlano chiaro: in Italia i lettori di giornali online, regolarmente registrati, sono 6 milioni; in Francia raggiungono i 25 milioni mentre in Germania oltre i 27 milioni. Sempre secondo la Fieg il problema sussiste perché nonostante il successo, si rileva “un indebito sfruttamento del valore dei rispettivi contenuti editoriali da parte degli operatori dell’industria digitale ottenendo come risultato un disequilibrio tale da compromettere il funzionamento efficiente del sistema Internet nel suo complesso.” Motivazioni, queste, che hanno spinto ad appellarsi a parlamenti e governi europei per l’attuazione di una vera società dell’Informazione dove possa essere garantita una congrua remunerazione per lo sfruttamento delle opere editoriali nel mercato digitale. Google, dal canto suo, risponde ribadendo che una legge che imponga una tassa sui motori di ricerca sarebbe «molto dannosa per Internet» e porterebbe «a limitare l’accesso all’informazione». E’vero che il Colosso americano guadagna sui contenuti altrui, ma è altrettanto vero che gli editori ne hanno un ritorno di visibilità che consente di vendere le campagne pubblicitarie. (V.V. per NL)
 

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