Facebook dice addio a “Esplora”. L’annuncio è stato pubblicato il 01/03/2018 direttamente dal capo di News Feed, Adam Mosseri, il quale spiega come l’esperimento del feed alternativo sia miseramente fallito.
L’idea di creare il doppio flusso di notizie era nata per soddisfare le richieste degli utenti, che nell’ultimo anno avevano espresso la volontà di restare collegati maggiormente con i propri cari, accedendo più facilmente ai contenuti da loro condivisi.
Da qui il progetto di dividere le news in due sezioni: una principale, contenente i post di amici e parenti; l’altra, invece, dedicata unicamente ai brand, alle aziende e agli editori.
La doppia bacheca è stata però una mossa azzardata e pericolosa per il colosso americano, che comunque sembrava aver già percepito il destino del progetto: il news feed è stato infatti lanciato in ottobre 2017 solo in via sperimentale in sei Paesi (Slovacchia, Sri Lanka, Cambogia, Bolivia, Guatemala e Serbia).
Facebook, quindi, è stata costretta a fare un passo indietro: dalle indagini condotte internamente è risultato che “Esplora” non si è dimostrato uno strumento efficace per far scoprire alle persone nuovi contenuti, così come invece i vertici del social network auspicavano. Anzi, a lungo andare ha impedito agli utenti di accedere facilmente a informazioni importanti e ha permesso il proliferare delle fake news. “Le persone ci hanno detto che erano meno soddisfatte dei post che stavano vedendo e che avere due feed separati in realtà non le aiutava a connettersi con amici e familiari”, spiega Mosseri nel suo post. I primi che tirano un respiro di sollievo da questa notizia sono innanzitutto gli editori. Questi, più di tutti, stavano subendo i maggiori danni derivanti dalla separazione di contenuti. Dall’avvio della sperimentazione è stata infatti registrata una vertiginosa riduzione degli accessi ai contenuti pubblicati da piccoli giornali e media: alcuni di loro hanno riportato un crollo del traffico tra il 60 e l’80%.
Un esempio degli effetti devastanti che questa scelta ha comportato è stato ben spiegato da Joe Speiser, Ceo di LittleThings, sito e-commerce di prodotti per animali, diventato poi testata focalizzata sulle donne. In una nota emessa dalla società lo scorso 27/02/2018, come riportata dal sito Business Insider Italia, Speiser si è così espresso: “E’ entrato in vigore un aggiornamento catastrofico dell’algoritmo di Facebook. Il fatto di dare priorità al contenuto di amici/familiari rispetto agli editori è stata l’ultima goccia. Il nostro traffico organico (il margine di profitto più alto) e il traffico da influencer sono stati ridotti di oltre il 75%”. Questa vicenda dimostra come le decisioni prese dal più diffuso social network possano influire sul destino di un gruppo. (G.S. per NL)