Il 9 settembre 2021 Facebook e Luxottica, proprietaria del marchio Ray-Ban, hanno lanciato gli occhiali Ray-Ban Stories. Nessuna funzionalità di AR (realtà aumentata), ma capacità di riprodurre audio, scattare foto, registrare e condividere video. No big deal? Eppure questa notizia, affiancata al cambio della guardia alla massima carica tecnologica della società, lasciano intuire come il centro di gravità dell’azienda fondata da Mark Zuckerberg possa passare in futuro dalla “applicazione blu” al Metaverse.
Gli occhiali intelligenti
Abbiamo già visto numerosi tentativi di occhiali intelligenti, partendo dai famosi e poco fortunati Google Glass fino a ai primi Oculus passando per i Bose Frames (questi ultimi, ad onor del vero, proposti esclusivamente come apparati audio). Diverse le funzionalità, ma in nessun caso si tratta di accessori stylish, di qualcosa che si possa davvero indossare senza sentirsi vagamente nerd.
Ray-Ban Stories
Nel nostro caso si tratta invece di un prodotto dal design consolidato e con funzioni ben precise: doppia macchina fotografica/videocamera (per valutare l’effetto steroscopico), riproduzione audio, comandi touch ed integrazione con l’applicazione / sistema operativo Facebook View.
Il risultato
Le riprese che si ottengono sono decisamente originali e particolarmente immersive, come si puo’ vedere dal video qui sopra.
Andrew Bosworth
Quasi in contemporanea con il lancio degli occhiali, Facebook ha annunciato che Andrew “Boz” Bosworth sarà il nuovo Chief Technology Officer della società, sostituendo Mike “Schrep” Schroepfer. Bosworth è stato il responsabile dello sviluppo dei visori per la realtà virtuale e della linea di prodotti Portal; insomma di tutto quanto di hardware ha prodotto la società.
Reality Lab parte integrante della R&D di Facebook
Nel comunicato stampa di annuncio, Mark Zuckerberg in persona ha affermato che Boz continuerà nel ruolo di responsabile dei Reality Lab, integrando nella nuova funzione la ricerca e sviluppo nel campo della realtà aumentata, della realtà virtuale “and more”. Tutte funzioni “fondamentali nella costruzione del metaverse”.
L’analisi di Forbes e Protocol
Tutto questo ha portato Forbes e Protocol ad affermare che siamo di fronte ad un nuovo punto di inflessione per Facebook, analogo a quanto avvenne quando subito dopo l’IPO l’azienda decise di adottare il modello “mobile first” (per quanto incredibile possa sembrare, nei primi anni Facebook era una applicazione per browser su PC, senza nessuna app mobile).
Plateau
Mossa forse indispensabile: oltre all’ormai noto plateau raggiunto nella crescita del network (il social è oltretutto ormai associato ad un’utenza anziana) la società è sottoposta ad una formidabile pressione mediatica che si ipotizza possa causare nel tempo il progressivo abbandono della piattaforma anche da parte degli utenti tuttora engaged.
Il Metaverse
Queste dunque le motivazioni dell’investimento sul metaverse. Di cosa si tratta? La parola pare sia stata creata da Neal Sephenson e – come ricorderanno i nostri lettori – ripresa da Adam Curry quando fu costretto ad abbandonare il dominio www.MTV.com da lui registrato ai tempi in cui Viacom si permetteva di snobbare Internet.
Due definizioni
Metaverse (meta-universe, oltre l’universo) è definito come “Convergenza di spazio fisico, virtuale e di realtà aumentata in uno spazio condiviso persistente”. Un’altra descrizione che ci pare efficace è la seguente: “Il metaverse è una collezione di esperienze fisiche e digitali che si sovrappongono integrandosi perfettamente“.
Metaverse, alcune caratteristiche
Le sue principali caratteristiche sono state descritte dal Venture Capitalist Matthew Ball. Tra queste: l’essere persistente (come il nostro universo), l’essere sincrono per tutti i suoi abitanti, disporre di un’economia autonoma (con possibilità di creare aziende, vendere ed acquistare beni ecc.), inglobare mondo fisico e virtuale, assicurando l’interoperabilità degli oggetti in esso contenuti.
Opportunità
Nella visione di Zuckerberg, il metaverse porterà innumerevoli opportunità ai content creators, agli individui che desiderano lavorare da casa o lontano dalle grandi città e ai meno fortunati che abitano in zone dove le strutture scolastiche e di intrattenimento sono limitate o inesistenti.
Facebook, il prossimo capitolo
Sempre nelle parole del fondatore di Facebook: “Penso che nei prossimi cinque anni questo sarà il nuovo capitolo della nostra società. Penso che passeremo da essere visti come un “social media” ed essere visti come una “metaverse company”.
Visioni o allucinazioni?
Per ora il metaverse ci appare una visione vagamente idealistica, più simile a Second Life che a una vera evoluzione del concetto di social network. Ma va anche ricordato come nel 2005, già nel pieno dell’era del web, nessuno di noi avrebbe potuto immaginare un oggetto come il Facebook attuale, con la sua possibilità di connetterci con chiunque, il concetto dei like, dei commenti e dei re-share. Non possiamo dunque escludere che nel 2030 metaverse stesso ci parrà cosa normale e magari – come accade oggi col fratello bidimensionale – ci vivremo tutti dentro in prima persona, anche allo scopo di criticarlo. (M.H.B. per NL)