Nel corso del meeting “Stampa e tv: la sfida digitale e i nuovi padroni della rete” di settimana scorsa a Roma si sono confrontati diversi esperti del settore sul futuro dell’editoria e della professione giornalistica.
Maurizio Costa, presidente Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali), ha indicato nel suo lungo intervento le questioni prioritarie da affrontare e risolvere nel breve periodo: dalla tutela del diritto d’autore su internet alla riforma fiscale per i big della rete, dall’uso responsabile dei dati degli utenti del web alla trasparenza nei meccanismi dell’offerta pubblicitaria (tematica ben analizzata nel “Libro Bianco sulla comunicazione digitale” presentato dall’Upa, dalla stessa Fieg e da altre associazioni). “Certamente c’è un aria di crepuscolo dei media ma noi pensiamo che dal crepuscolo possano nascere anche delle opportunità di trasformazione – ha spiegato Costa – La trasformazione del settore è guidata da una discontinuità tecnologica all’ingresso, sul mercato dei grandi player della rete che hanno cambiato i paradigmi e le modalità di funzionamento del nostro settore. Questa trasformazione impone delle regole che regolino un mercato profondamente cambiato”. Proprio l’assenza di norme sull’advertising on line che tutelino la sana competitività fra tutti gli operatori sembra rappresentare una delle sfide più importanti che dovrà affrontare l’editoria digitale proiettata in un periodo transitorio i cui orizzonti non sono ancora del tutto chiari. Di questa opinione è anche il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella che ha invocato una riforma legislativa a difesa non solo dell’industria culturale, ma anche e soprattutto della stessa democrazia. “Una sfida che deve giocarsi attraverso regole di mercato, formazione professionale, qualità dell’offerta – ha sottolineato il presidente dell’Agcm – ma che è soprattutto una sfida intellettuale e culturale sui grandi temi della libertà di espressione”. Presente all’incontro nella capitale anche il direttore del Tg di La7 Enrico Mentana, il quale ha voluto allargare il discorso ad un livello sociologico, mettendo in luce anche “scontri generazionali” nel mondo editoriale e una sorta di allontanamento dei giovani dall’informazione dei giornali e della televisione. “Il lavoro nelle redazioni segue le stesse regole e ha bisogno degli stessi tempi del passato nella costruzione della notizia – ha spiegato Mentana – Regole che il mondo della rete disattende, che i giovani non comprendono, gerarchie che non accettano. Un primo passo, intanto, per andare incontro ad un mercato completamente nuovo e diverso di consumatori-lettori è quello di entrare in diretto rapporto con loro, anche aprendo le porte delle redazioni alle nuove professionalità giovani”. Parzialmente ottimista, invece, il giudizio espresso dal direttore di Repubblica Mario Calabresi che, al di là della grave crisi attraversata dalla carta stampata, ha voluto ribadire il forte rapporto “tra il lettore e il brand della testa cui vengono riconosciute, soprattutto in caso di picchi informativi particolarmente rilevanti, come in presenza di grandi o gravi accadimenti, autorevolezza e credibilità”. Sicuramente nei prossimi mesi non mancheranno i tavoli di dialogo per discutere le criticità di un sistema che per non collassare esige un rinnovamento strutturale. Per superare le difficoltà, pur nel mantenimento della pluralità di voci e di vedute, saranno necessari contatti non solo con il parlamento, ma anche gli OTT. Lo stesso Maurizio Costa, dopo un paio d’anni di accesa dialettica con Google, era riuscito lo scorso anno a stringere un accordo triennale con i dirigenti di Mountain View sul riconoscimento del valore dei contenuti attraverso meccanismi di revenue sharing e co-marketing. Vedremo se in futuro il carismatico presidente di Fieg riuscirà a portare sul tavolo dei big del web anche le altre spinose questioni editoriali. (M.R. per NL)