Facebook acquista WhatsApp, la popolare app che consente agli utenti di inviare messaggi gratis su internet, bypassando le compagnie telefoniche.
Un’acquisizione miliardaria: il social network paghera’ 19 miliardi di dollari in contanti e azioni. Ma il cui annuncio non convince Wall Street, dove i titoli Facebook perdono nelle contrattazioni after hour il 5%. In base all’accordo raggiunto WhatsApp continuera’ a operare in modo indipendente e manterra’ il proprio marchio, in quella che e’ una scelta analoga a quella che Facebook ha compiuto quando ha rilevato Instagram per 715,3 milioni di dollari. Il co-fondatore e amministratore delegato della societa’, Jan Koum entrera’ invece nel consiglio di amministrazione di Facebook. La societa’ di Mark Zuckerberg rilevera’ le azioni e le opzioni WhatsApp in circolazione con 183,9 milioni di titoli Facebook, valutati 12 miliardi di dollari. A questi si aggiungono 4 miliardi di dollari in contanti e 3 miliardi di dollari in azioni vincolate ai fondatori e ai dipendenti di WhatsApp. La popolare app ha 450 milioni di utenti al mese, un numero che sale di un milione di giorno in giorno. E circa il 70% degli utenti del servizio lo usa tutti giorni, in quello che e’ un tasso di coinvolgimento superiore a quello degli ‘amici’ di Facebook. Nel 2013 sono state invitati quotidianamente con WhatsApp 200 milioni di messaggi vocali, 100 milioni di video messaggi e 600 milioni di foto. Twitter conta, alla fine del 2013, una media di 241 milioni di utenti registrati. ”WhatsApp e’ sulla strada per connettere un miliardo di persone. Un servizio che raggiunge tale pietra miliare ha un valore incredibile” afferma Zuckerberg. ”La rapida crescita di WhatsApp e’ spinta dalle semplici, potenti e istantanee capacita’ di messaggistica istantanea che offriamo – afferma Koum -. Siamo onorati di poter essere partner di Mark e Facebook mentre continuiamo a portare il nostro prodotto a un numero crescente di persone nel mondo”. Come Facebook, WhatsApp e’ stata spinta da una cultura piu’ ingegneristica che di ‘colore’, con i suoi fondatori Koum e Brian Acton che hanno sempre dato la priorita’ ad avere un’infrastruttura veloce e affidabile rispetto a ‘trucchi’ dei rivali come gli sticker digitali o i giochi in-app. Koum e Acton si sono incontrati nel 1997 a Yahoo!, dove lavoravano. (ANSA)