L’alleanza tra Spotify e SoundCloud potrebbe ributtare l’Europa nella variegata corsa alla leadership tecnologica. Di questo è assolutamente convinto il Financial Times che, dopo aver rivelato che Spotify sarebbe sempre più vicina all’acquisizione di SoundCloud, sottolinea come la fusione darebbe vita a un colosso della musica digitale ben più grande di Apple Music.
Dopo aver mangiato la polvere della Silicon Valley, che annovera nel team titani come Facebook (1,7 mld di utenti), Google (entrate pubblicitarie pari a 20 mld di dollari nell’ultimo trimestre) e Apple (230 mld di dollari in contanti in cassaforte), ora l’Europa potrebbe finalmente riposizionarsi in traiettoria di vantaggio nel settore del music-streaming. Il FT riporta che le trattative tra Spotify e SoundCloud (anche se si tratta di indiscrezioni non ancora confermate ufficialmente dalle due società) sarebbero in fase avanzata. Spotify, lo ricordiamo, è tra i leader del mercato della musica in streaming con un modello “freemium” (40 mln di utenti in abbonamento e una community totale di 100 mln di utenti), mentre SoundCloud è una società tedesca molto gettonata soprattutto tra artisti emergenti con una community che già annovera 200 mln di iscritti. A trattativa conclusa, Apple Music, la rivale Usa più vicina, non reggerebbe il confronto con appena 17 mln di clienti paganti. “Se l’accordo sarà concluso, avremo una super-potenza europea della musica digitale”, ha osservato Mark Mulligan, fondatore di Midia Research. E non si tratta solo di numeri. SoundCloud porta a Spotify una dote unica, come un catalogo di 135 mln di brani, più di ogni altra piattaforma, e tanta musica originale, di produzione “underground”, che non si trova su altri siti. “SoundCloud ha le relazioni più valide con la comunità degli artisti, soprattutto quelli che non hanno un contratto con le case discografiche”, nota un ex investitore della start-up. Altro fattore vincente della piattaforma tedesca è la componente social: molta della musica che si trova su SoundCloud è caricata dai suoi stessi utenti. Insomma, qualcosa che si avvicina molto di più a YouTube o Snapchat che Apple Music.La start-up di Berlino però non raggiunge ancora la platea globale e Spotify può darle gli strumenti per monetizzare i suoi contenuti vendendo spazi pubblicitari in tutto il mondo, sostenendo i ritmi di crescita nel lungo termine. SoundCloud è valutata oltre 600 mln di dollari, sicuramente un prezzo alto per una start-up, ma secondo il FT Spotify sta trattando per un prezzo inferiore, forse addirittura 350 mln ma comunque non più di 500. La start-up tedesca è infatti un target appetibile ma non può farcela senza l’intervento di un big: le piattaforme indipendenti del music streaming non possono competere con Apple, Google e gli altri colossi che sono provvisti di ampie risorse finanziarie per accordarsi con le etichette discografiche. Gli accordi di licensing sono invece rovinosi per i player più piccoli: i produttori chiedono fino all’82% nei contratti di revenue sharing con Spotify e aziende simili (sia Spotify e SoundCloud sono per ora in perdita). “Per Apple o Google il business della musica può funzionare facilmente perché queste aziende hanno così tanti soldi da non doversi preoccupare dei profitti dello streaming”, osserva Mulligan; ai “piccoli” non resta altra scelta che farsi comprare dai grandi o unire le forze. (S.F. per NL)