“Non dobbiamo rassegnarci all’idea della rete come un luogo della violenza verbale, discarica di insulti rancorosi, di irrisione crudele, di ferocia e istigazione all’odio”.
Così Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, che continua: “Le false notizie sulla sorella della Presidente della Camera dimostrano il grado di aberrazione cui può giungere un uso distorto dei social, che fa dipendere l’attendibilità della notizia non dalla sua verificabilità, ma dalla viralità con cui sia stata diffusa. Condividere affermazioni delle quali non ci si preoccupa di verificare in alcun modo la veridicità, attinte solo da fonti che ci confermino nelle nostre convinzioni o nei nostri pregiudizi, può portare a profonde violazioni della dignità delle persone. Persino – come in questo caso – non più in vita. Infangare la loro identità è ancora più grave. La rete non può diventare uno spazio dove il rispetto delle persone viene abolito. La sfida di oggi è difendere la libertà della rete proprio da quanti ne fanno, in vario modo, un uso irresponsabile”. (E.G. per NL)