Secondo il report del Reuters Institute dell’Università di Oxford, nel primo bimestre dell’anno sono cresciuti i lettori paganti di news online.
Da ciò, però, emergono due problematiche: la prima riguarda la ristrettezza del periodo considerato nello studio, la seconda attiene la presenza di pochi grandi marchi che dominano il mercato.
Inoltre, la crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19 potrebbe costringere alcune famiglie a rinunciare ai propri abbonamenti, con la conseguenza che il resoconto di Oxford dovrà essere aggiornato.
La fiducia dei lettori
Se nel mondo, in media, il 38% (in calo di 4 punti rispetto al 2019) dei lettori ha fiducia in ciò che legge, in Italia questo dato si abbassa al 29% (registrando -11 punti rispetto all’anno scorso).
Nel report è specificato che gli italiani si fidano poco dei giornali troppo politicizzati, preferendo notizie neutre. Al primo posto della classifica stilata dal resoconto del Reuters Institute si trova l’Ansa (con una percentuale di fiducia dell’80%), mentre in ultima posizione si trova Fanpage, ritenuto attendibile solo al 45% e con un indice di sfiducia del 25%.
Quanti pagano per le news?
In Italia, nei primi due mesi del 2020, risulta che il 10% dei lettori intervistati paghi per le news. Questo dato è in crescita di un punto percentuale rispetto al 2019.
In Europa spicca la Norvegia, dove il 42% (+8%) dei fruitori di news intervistati risultano abbonati. Uscendo dai confini del Vecchio Continente, deve essere evidenziato il dato degli USA, ove i paganti risultano il 20%, in crescita di quattro punti percentuali.
Guardando ai titoli che raccolgono maggiori sottoscrizioni, essi sono il New York Times e il Washington Post per gli stati Uniti, mentre il Times e il Telegraph per il Regno Unito. La Norvegia, diversamente, ha molti abbonamenti ai giornali locali.
Forza dei marchi e metodo di accesso alle notizie
Oltre alla qualità del giornalismo e alla forza dei marchi delle testate, riveste un ruolo fondamentale il metodo di accesso alle notizie. A tal proposito, si osserva che il 28% degli intervistati acceda ai contenuti informativi direttamente dai siti web o dalle app; il 72% prediliga altri metodi, tra i quali si evidenzia il 26% dei social (che per i giovanissimi sale al 38%) e il 25% delle ricerche online.
In conclusione, dalle risultanze del report, la strategia migliore per avere pubblico fidelizzato e pagante è quella di instaurare collegamenti diretti con gli utenti, in particolare tramite gli strumenti delle newsletter, degli alert mobile e dei podcast (di cui ne stanno facendo uso, oltre alle testate giornalistiche, anche organi istituzionali). (A.N. per NL)