Facebook, Google, Amazon: le proposte e i pilastri che renderanno effettivo il piano antievasivo. Per il mese di aprile è prevista l’adozione delle nuove normative al fine di contrastare le pratiche fiscali aggressive delle multinazionali del web.
Lo rivela il giornale The Guardian, secondo cui Google, Facebook ed Amazon saranno obbligati a dichiarare i loro profitti. Nel nostro paese, la Guardia di Finanza ha notificato, alla fine di gennaio, un verbale d’accertamento a Google Italia per una presunta evasione di 227 milioni di euro. In Gran Bretagna, sempre il gigante del web ha accettato di pagare 130 milioni di sterline di tasse arretrate al governo del Regno Unito. L’Italia ha fatto da apripista, annunciando a fine anno l’accordo con Apple che ha accettato di pagare 318 milioni di euro al fisco e infine il governo di Parigi ha chiarito che non ci sarà alcun accordo fiscale con Google, che invece dovrà versare all’erario tutto il dovuto: si contesta un evasione per 500 milioni. Con lo scopo di allineare la normativa fiscale dei 28 paesi membri, l’Unione Europea ha presentato una serie di proposte. Che riguardano misure più stringenti contro i metodi di evasione classici, condivisione di informazioni all’interno dell’Unione e una “black list” di paesi terzi. Il tutto, allo scopo di garantire l’effettiva tassazione di chi opera sul suolo europeo, migliorare la trasparenza fiscale e riuscire (finalmente) ad assicurare una situazione di uniformità con le imprese che operano in concorrenza. (C.C per NL)