Un recente studio di Blogmeter (società italiana leader nella social media intelligence) e basata su interviste fatte ad un campione di 1500 italiani suddivisi per sesso, età ed area geografica, si sono potuti intravedere nuovi interessanti scenari sul mondo social ed il rapporto diretto con il popolo italiano.
Il focus dell’indagine non ruota verso le stime di volume, ma sullo scoprire per quale ragione gli italiani sono (e in buona compagnia) così invogliati al loro utilizzo. Sono già molte e diversificate le fonti che forniscono perizie circa l’impiego delle piattaforme social, ma questa specifica indagine consente di ottenere un prospetto ben definito circa le relazioni che gli utenti stessi attivano ogni giorno in rapporto ad essi. Blogmeter ha studiato approfonditamente l’utilizzo dei social media da parte degli intervistati, arrivando a battezzare due specifiche tipologie di social: quelli di cittadinanza e quelli funzionali. La differenza sostanziale sta nell’utilizzo pratico che ne fa l’utente stesso. I social di cittadinanza, contribuirebbero a definire il nostro agire digitale al contrario dei social denominati funzionali, (per citarne alcuni: Google Plus, Twitter e Linkedin – rispettivamente il 40%, il 35% e il 31%) utilizzati soprattutto per soddisfare un need specifico. Per le aziende, quindi, si tratterà a questo punto di capire come utilizzare i social in modo mirato per incrementare le proprie potenzialità e riuscire a porsi come compagni di strada degli utenti o, ancora, come risolutori di bisogni. Nel loro interesse sarà parlare con vera efficacia ai propri consumatori dando enfasi ai propri contenuti, selezionando il social più idoneo. Che queste piattaforme digitali vengano utilizzate principalmente per instaurare nuove relazioni, intessendo rapporti online con altri utenti, era cosa nota, ma nel 2017 è chiaro che esse vengano utilizzate anche per svago e piacere; condividendo contenuti e post con il resto degli iscritti, si ottiene un reticolo di informazioni e notizie che possono essere fruite da un pubblico, oggi molto vasto e variegato. Si viene a creare così, uno scambio repentino di dati elaborati e riletti a catena dagli stessi fruitori. I post possono essere nuovamente manipolati e modificati, secondo opinioni ed attenzioni differenti, per questa ragione il risultato della ricerca di Blogmeter ha evidenziato un nuovo aspetto legato a questo fenomeno, si tratta della scarsa fiducia che gli italiani ripongono nella comunicazione mediatica on line, che ritengono essere quasi mai veritiera al 100%. Facebook si conferma il principale social network per tutti gli obiettivi descritti sino a qui, ma anche quello dove per la maggiore si diffondono notizie ribattezzate come fake news. Dopo Facebook, tra gli altri social media, emerge TripAdivisor per acquisire recensioni e YouTube per informarsi; infine per seguire brand e personaggi celebri gli intervistati preferiscono Instagram. Se da un lato Facebook si configura come social a cui dedichiamo in assoluto la maggior parte del tempo, dall’altro, canali di configurazione più tradizionali come la televisione e i magazine, continuano a mantenere forte credibilità anche tra gli utenti del web. Come detto, i consumatori per via delle condizioni per la quali si ritrovano ad usufruire delle notizie che circolano sui social, non le ritengono affidabili e di conseguenza poco credibili, mentre l’informazione passata su tv e magazine viene percepita come più veritiera. Accade però che al momento, in cui si tratta di acquistare online, i canali che gli italiani digitalizzati considerano più attendibili risultino essere siti web come Amazon ed eBay, approvati all’unanimità. Arrivati a questo punto, non è più la televisione a farla da padrona, che al contrario perde terreno, ma il web. Nell’ultima parte della sua ricerca Blogmeter ha esplorato il mondo delle celebrities e degli influencer. Giornalisti e scrittori risultano i personaggi di cui gli intervistati dichiarano di fidarsi maggiormente ma, d’altro canto musicisti e TV personalities risultano essere tra i più seguiti (secondo il 33% del campione). Interessante vedere come tra le più famose celeb ad esempio Belen Rodríguez, Vasco Rossi e Gianni Morandi – tra gli sportivi emergono nomi del calibro di Valentino Rossi, Buffon e Del Piero – conquistano tantissimi follower e siano in vetta alla classifica ormai da tempo, con risultati stabili. Per gli influencer si ottiene un’ulteriore esito, molto sfaccettato per altro: se fan-base e credibilità sono aspetti non sempre correlati, età e numero di influencer seguiti sì. I giovani seguono un numero maggiore di personaggi appartenenti a categorie diverse, mentre invecchiando si diventa più selettivi. In questo caso, le aziende dovranno quindi comprendere bene a quali target ci si rivolge nella scelta di un determinato influencer. (E.M. per NL)