Il caotico mercato digitale di oggi non facilita la trasparenza nell’analisi dei dati determinando l’oligopolio dei Facebook e Google.
Non è una novità che i due giganti del web vengano in possesso quotidianamente di miliardi di informazione, utili non solo a sviluppare i propri contenuti e a prevedere le esigenze del mercato, ma anche ad incrementare in maniera consistente la raccolta pubblicitaria. La direttiva dell’Unione Europea sull’e-privacy, che dovrebbe diventare esecutiva con il nuovo General Data Protection Regulation dal 25/05/2018 abrogando la vecchia direttiva sulla privacy 2002/58, potrebbe agevolare ancora di più i big californiani a discapito dei piccoli editori. Anche i metadati godranno dello stesso livello di protezione dei dati personali e dovranno essere cancellati quando non più necessari allo scopo per cui sono stati raccolti. Secondo uno studio finanziato dal Parlamento Europeo, il 92% dei cittadini comunitari vogliono che le e-mail e i messaggi online scambiati siano confidenziali e senza accesso di terzi. Alcuni gruppi di EACA e IAB hanno mostrato disappunto per i nuovi provvedimenti di Bruxelles, temendo sensibili perdite per i modelli di business delle piccole società. “Servono metriche nuove e più omogenee perché è duplice l’obiettivo: occorre sia riunire in unico scatto i mercati dei vari media sia poter comparare mercati nazionali e internazionali. Un’ipotesi sarebbe, per esempio, iniziare a disporre di una legislazione uniforme a livello europeo” ha spiegato a ItaliaOggi l’ad di Sensemakers-Comscore Italia Fabrizio Angelini, il quale ha sottolineato anche la posizione di vantaggio nel mondo dell’advertising online dei vari Whatsapp, Facebook e YouTube. Il prossimo appuntamento importante in merito alla questione è il meeting di Milano del 27 giugno, promosso da Upa e da altre associazioni del settore, nel quale verrà presentato il Libro Bianco sul Programmatic advertising fortemente voluto dal presidente Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi. (M.R. per NL)