Wallenberg, la famiglia svedese vuole entrare nel digitale terrestre

Entreranno nuovi operatori — quasi tutti giganti esteri — nella televisione digitale terrestre, molti dei quali già partner di Mediaset


Digital-sat.it

Entreranno nuovi operatori — quasi tutti giganti esteri — nella televisione digitale terrestre, molti dei quali già partner di Mediaset, e Piersilvio Berlusconi, vicepresidente della società di Cologno, prevedibilmente riuscirà a rafforzare la sua posizione nella Tv digitale del futuro.

Con un’incognita però: è possibile l’ingresso di un nuovo temibile concorrente svedese, legato alla potente famiglia Wallenberg, nella Tivù a pagamento. Il 31 luglio l’Autorità delle Comunicazioni presieduta da Corrado Calabro ha deliberato la graduatoria delle emittenti che avranno diritto ad avere un posto nelle reti digitali (o multiplex) di Mediaset, Rai e Telecom Italia Media. I nuovi canali saranno circa una dozzina (il numero esatto dipenderà dalla verifica dell’Autorità sulla capacità trasmissiva richiesta e quella disponibile).

In testa alla graduatoria sono posizionate: Jetix, che fa capo a Walt Disney; Nbc Universal, major di Hollywood, con due canali di film e altri programmi gratuiti; poi il consorzio Alphabet, partecipato dal gruppo De Agostini, per programmi educativi e di formazione; Rete Blu, della Conferenza Episcopale Italiana; Class Editori; e poi Turner Entertainment con due canali a pagamento per bambini; e a pari merito Walt Disney con tre canali di Pay-Tv, e Air P Tv — di AirPlus Tv, la Pay-Tv svedese leader in Finlandia che ha tra gli azionisti di riferimento la holding industriale Investor AB controllata dalla famiglia Wallenberg, (cui fa capo, tra l’altro il gigante delle telecomunicazioni Ericsson) con sei canali di Pay-Tv.

Seguono altre società, probabilmente però tagliate fuori, come Qvc, per il teleshopping, la britannica Top up Tv e Espn. Augusto Preta, che ha partecipato al panel di esperti formato per selezionare i pretendenti ai multiplex, spiega che sono state privilegiate le società in grado di offrire canali gratuiti oltre che solidi piani industriali. I giganti stranieri investiranno ogni anno «solo» una trentina di milioni di euro circa per canale: il loro grande vantaggio è di possedere già i diritti dei programmi.

L’investimento complessivo sui nuovi canali sarà quindi di circa 350 milioni all’anno. Il prossimo passo è che l’Autorità dovrà assegnare i multiplex in base alla graduatoria. Ma tra Walt Disney e AirPTv la scelta non sarà né facile né priva di conseguenze: Walt Disney è un’alleata di Mediaset ed è già presente nel suo pacchetto di programmi di Tv a pagamento; mentre Air P Tv sarebbe una temibile concorrente.

Del resto anche Nbc Universal e Turner sono già partner della società di Cologno che da sempre punta sulla Tv digitale terrestre per il suo sviluppo futuro. Anche il governo, guidato da Silvio Berlusconi (fondatore e tutt’ora azionista di Mediaset) preme decisamente per il rilancio della televisione digitale via etere che, dopo una partenza stentata, attualmente raggiunge oltre il 5% dell’audience con circa sei milioni di famiglie dotate di decoder.

Resta una domanda: perché molti tra i maggiori editori italiani non hanno investito sul digitale terrestre? I più maliziosi rispondono che i contratti per accedere ai multiplex di Mediaset e Rai — che hanno la copertura migliore — valgono solo fino al 2012 e che il rinnovo non è garantito. Forse troppo poco per impegnarsi.

Enrico Grazzini per “Corriere Economia” (08/09/08)

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