Come si suol dire, po’ per uno non fa male a nessuno. Anzi, in questo caso, la divisione a metà dei profitti derivanti da questa joint venture tra Vodafone e Sky, contribuirà ad arricchire e ad ampliare il mercato di ambedue. Già, perché in Vodafone, smaltita la batosta inflitta dall’Autorità Garante della concorrenza e del mercato che ha negato loro la diffusione dell’offerta “Vodafone casa Numero fisso”, si sono immediatamente lanciati in un’altra avventura; per Sky, invece, procede tutto a gonfie vele e, dopo i recenti dati che ne hanno testimoniato la forza e la diffusione (un italiano su sette usufruisce del “satellite” e gli abbonati sono saliti a 4 milioni), ecco l’ennesima mossa che potrebbe fruttare un ulteriore allargamento del bacino d’utenza. L’intesa tra i due colossi è stata raggiunta in settimana e già dall’inizio della prossima saranno disponibili i primi canali sui telefonini Vodafone, con la tecnologia Dvb-h. Inizialmente si tratterà di dieci reti appartenenti al pacchetto Sky (da Foxlife a Foxcrime, Disney channel, Sky news e Sky sport, fino ai canali del pacchetto “calcio” che comprendono i match di serie A, B e Champions League). Nelle previsioni, però, c’è la creazione di canali fatti su misura per la fruizione sui mini schermi del telefono cellulare, ma per il momento l’offerta è quella descritta. Dopo l’accordo con Fastweb per la trasmissione via internet delle reti satellitari, ecco un’altra rivoluzione per Sky Italia, l’emittente italiana del gruppo News Corp di Rupert Murdoch, che continua ad evolversi a vista d’occhio, minacciando ed erodendo sempre più pubblico alla “classica” tv analogica. Viene da pensare che non sia poi così utile colpirla ed indebolirla con il ddl Gentiloni. Ci pensa già Murdoch. (G.C. per NL)