L’avevamo annunciato giorni fa in un articolo della nostra testata, e così è stato. L’innovativa e rivoluzionaria trovata di Vodafone, che aveva deciso di immettere sul mercato un sistema che riunisse in un unico apparecchio il numero di casa (della linea Telecom) e quello del telefono mobile, ha avuto una storia molto breve. Trovato un accordo e lanciata la campagna pubblicitaria agli inizi di novembre, la promozione avrebbe visto la luce da gennaio 2007, ma, con tutta probabilità, così non accadrà. Lo ha deciso il Tribunale di Roma che, accogliendo il ricorso cautelare presentato da Telecom, ha ritenuto la sezione italiana della multinazionale Vodafone, colpevole di illecito concorrenziale. Come riportato proprio da alcune righe rilasciate dai giudici, per la stampa, “il Tribunale inibisce alla società Vodafone l’ulteriore commercializzazione e prevendita del servizio ‘Vodafone casa numero fisso’ nella parte in cui viene offerta all’utente la possibilità di trasferire il numero geografico dalla rete fissa Telecom su quella mobile Vodafone. Costituirebbe illecito concorrenziale”. Concorrenza sleale, quindi, e fine dei giochi (almeno in questa fase del procedimento) per quella che, con orgoglio, Pietro Guidi, amministratore delegato di Vodafone Italia, aveva definito “la prima volta che in Italia si abbatte il muro che separava telefono di casa e telefonino”. Il Tribunale ha anche disposto che venga immediatamente bloccata la trasmissione dello spot pubblicitario che reclamizza l’operazione commerciale. Da domani, perciò, Totti e Gattuso, almeno sul versante pubblicitario, saranno due disoccupati. (G.C. per NL)