FNSI.it
10/10/08 – “Non si può accettare in alcun modo che la Rai sia addirittura diventata una partita di scambio ‘mercantile’ in cui persino le cariche di assoluta garanzia costituzionale vengano messe sul bancone del ‘suk politico’.
Per la maggioranza parlamentare, la presidenza della commissione di vigilanza è una pedina di scambio con la nomina di un membro della Corte Costituzionale, irridendo la Carta repubblicana. Questo ‘reato istituzionale’ si accompagna all’ennesima esposizione di veti a candidati alla presidenza della vigilanza , quasi che ci siano parlamentari legittimi ed altri no, anche se tutti sono stati eletti alla stessa maniera dal popolo”. Lo scrive Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, in un intervento per l’associazione Articolo21 in merito alla questione della Vigilanza Rai. E il riferimento al veto nasce dal fatto che nei giorni scorsi “dopo il blocco del nome di Leoluca Orlando, un doppio veto è stato esteso (dallo stesso premier Berlusconi) all’onorevole Giuseppe Giulietti, che ha l’unica colpa di occuparsi con competenza, e secondo il proprio punto di vista originato nel mondo dell’associazionismo democratico e professionale”. E a Giulietti “esprimiamo la più ampia solidarietà , ringraziandolo perchè illumina i problemi dell’informazione nel Parlamento (che spesso invece tende a spegnere le luci su questi temi), come anche del pluralismo, dello sviluppo del servizio pubblico, dell’editoria, del lavoro giornalistico: assi essenziali di qualsiasi paese che voglia avere fiducia sulle proprie capacità di sviluppo”.
Per Siddi, “è indubbio che essere democratici, essere attenti ai temi del paese, richiede di essere sempre presenti con le proprie idee e di non ritirarle soprattutto se vengono considerate un disturbo da chi è titolare di strumenti forti di poteri”. E l’ipotesi di una rosa per sbloccare la paralisi della commissione parlamentare di vigilanza, e di conseguenza fare uscire la Rai da una gestione in prorogatio ed appesa ad un filo, “sembrava la strada di composizione civile rispetto ad un esasperato conflitto politico che di fatto escludeva il ruolo dei parlamentari, che dovrebbero agire secondo un mandato politico senza vincoli. Non spetta a noi, uomini del sindacato, votare ma esigere rispetto, regole trasparenti, funzionamento corretto delle istituzioni. Ed è questo un compito che non rinunceremo mai a esercitare”. (AGI)