Nata per volere di uno dei fondatori di Sei Milano, emittente tv milanese di vita breve (1995-1997) della passata era analogica, SeeTen si propone alla Toscana come emittente di stampo turistico.
Trasmettendo mini servizi su mostre, musei, eventi, cucina tipica e storia toscana, SeeTen viene veicolata sul canale analogico di Toscana Tv, in versione sperimentale sul DTT e sul proprio sito web (www.seeten.it). Deve il suo nome ad un accordo con i principali albergatori di Firenze, grazie al quale l’emittente nativa di internet è ricevibile (almeno fino allo switch-off) sul canale 10 di tutti i televisori degli hotel convenzionati. Si tratta di un occhio attraverso il quale sbirciare cultura e tradizione fiorentine, allo scopo di aiutare il turismo locale. Ce ne parla Lorenzo Galanti.
Quando e perché nasce SeeTen web tv? Qual è la mission di SeeTen web tv?
SeeTen nasce il 15 giugno 2003 come emittente web informativa dedicata al turismo ed è localizzata in una città che di questo, in effetti, vive. SeeTen nasce dall’incontro tra Lorenzo Galanti, uno dei fondatori di Sei Milano nel 1996, e i principali rappresentanti delle categorie degli albergatori della provincia di Firenze. SeeTen (trad. “vedi il 10”) deve il suo nome alla diffusione dei propri programmi via etere, che nelle ore mattutine sono sintonizzati sul numero 10 della maggioranza delle camere d’albergo. E’ un format di 30 minuti (15’ in italiano e 15’ in inglese) con servizi di un minuto e trenta secondi circa su mostre, musei, eventi, cucina e storia della regione Toscana. Nel 2005 SeeTen ha cominciato a trasmettere anche sul web con palinsesto differenziato.
Come si articola il palinsesto di SeeTen web tv? Con quale periodicità aggiornate i contenuti?
Il palinsesto, sfruttando YouTube.com, offre una visione lineare oppure on demand. Ogni qual volta viene prodotto un contenuto, questo viene inserito anche sul web. Ad oggi, il nostro archivio online conta circa 1000 contenuti/contributi video.
Perché scegliere il mezzo di internet per diffondere i contenuti di SeeTen web tv?
Perché oggi, per qualsiasi editore essere presente sul web è obbligatorio.
I vostri contenuti sono trasmessi anche su canali satellitari o digitali terrestri? In caso contrario, avete mai pensato di proporvi agli operatori di rete locali come fornitori di contenuti?
Dal 2008 SeeTen viene trasmessa 24 ore su 24 su un canale DTT. Un accordo con un editore locale ha permesso questo.
Come descrivereste il web-spettatore di SeeTen web tv? E’ possibile circoscrivere il vostro target?
Il telespettatore tipico è il cliente della camera d’albergo, che in pochi minuti può ambientarsi nella città di cui è ospite. La fruizione tramite DTT ha però portato numerosi fedeli spettatori della regione, che diventano turisti di questa stessa visitando o usufruendo delle nostre proposte.
Se il citizen journalism è oggi un fondamentale contributo degli utenti alla pubblicazione di prodotti audio e video online, lo favorite in qualche modo?
Purtroppo il citizen journalism difetta nel nostro paese di mancanza di cultura dell’immagine, quindi raramente si possono trovare contenuti adatti ad un pubblico universale. Ad oggi non abbiamo avuto proposte degne di nota.
Di quante e quali figure professionali necessita la vostra web tv per realizzare e trasmettere i propri contenuti? Ci sono anche volontari che collaborano con la vostra web tv?
Sono quattro le persone che solitamente collaborano con SeeTen. I volontari non sono permessi dalla giurisprudenza sulle norme per il lavoro.
Cosa ne pensate delle tv connesse ad internet? Potranno supportare la veicolazione dei vostri contenuti e diventare valide alternative alle piattaforme del DTT o del satellite?
La tv su internet ad oggi non ha impatto. I contenuti on demand possono trovare enorme visibilità, ma solo a sé stanti. Ad oggi la televisione rimane strumento diffuso e semplice, pur peccando di passività nella fruizione.
La raccolta pubblicitaria sul web sta crescendo negli ultimi anni? Come si sostiene la vostra web tv?
La raccolta è stata fenomenale fino al 2009, da lì in poi si sopravvive senza troppe speranze. Non sarà la pubblicità a decretare il nostro successo; saranno piuttosto i carrier a proporre bouquet di vari canali e il web diventerà solo un mezzo per veicolare i contenuti delle tv.
Quanto al recente regolamento approvato dall’Agcom, pensate che possa essere utile per fare ordine nel settore delle produzioni web, siano esse radio o tv? Chi sorpassa i 100mila euro di fatturato può effettivamente divenire competitivo nei confronti dei contenuti diffusi con i mezzi tradizionali?
Mai e poi mai. Se oggi un quotidiano come Repubblica.it vende localmente è perché fa cronaca locale. Solo un ritorno al concetto dei network americani, con un 70% di produzione nazionale ed un restante 30% realizzato localmente, permetterà di intravedere un futuro.
(a cura di M.M. e D.A. per NL)