In Italia da tempo siamo abituati ai processi mediatici, a mezzo stampa. Gli Stati Uniti paiono non essere da meno, ma come al solito, devono essere un passo avanti a noi.
Ragion per cui le mosse azzardate passano per la rete, come fossero dei veri e propri processi online. Il bello è che il processo c’è per davvero: si tratta di quello che contrappone Viacom a Google, nella causa che va avanti dal 2007, relativa all’utilizzo che Google fa di YouTube. Secondo il management di Viacom (che negli Stati Uniti gestisce canali televisivi come Mtv e Comedy Central), Google sarebbe colpevole di usare YouTube in maniera ingannevole. Chiude un occhio sull’utilizzo da parte degli utenti di contenuti pirata e ci fa tanti soldi. Non solo: Google minaccerebbe le aziende come Viacom, per costringerle a concedere l’utilizzo di contenuti premium da veicolare su YouTube. E quale sarebbe la minaccia? Quella di cambiare le policy di utilizzo dei contenuti online, arrivando a chiudere tutti e due gli occhi. Si tratta di accuse pesanti. Corredate da documenti in cui il management di Google pianifica questa strategia. Documenti che il Vice Presidente di Viacom ha pubblicato in bella mostra sul proprio sito aziendale. Google ovviamente si difende dicendo che i documenti pubblicati non sono affatto delle novità e che il loro utilizzo fuori contesto ne cambia totalmente il significato. Da che parte sta la ragione? Probabilmente ancora una volta l’opinione pubblica arriverà ad una sentenza prima dei giudici. E c’è da scommettere che la bilancia penderà dalla parte di Google, che in questa battaglia si schiera, ancora una volta, dalla parte degli utenti. (A.D. per NL)