La sentenza del 14/06/2017 (caso C 610/15) della Corte di giustizia UE sul caso Pirate Bay potrebbe, indirettamente (e involontariamente), introdurre grevissimi stravolgimenti nel sistema della radiotelevisione IP. In estrema sintesi, i giudici comunitari (ma è assolutamente probabile che anche altre corti internazionali si uniformeranno all’orientamento europeo) affermano che in capo ai gestori delle piattaforme di condivisione di contenuti (nel caso di specie file torrent, ma in astratto anche tutti i social network e i carrier di contributi terzi) si configura una responsabilità solidale con l’utente che diffondesse prodotti coperti da copyright senza l’autorizzazione dell’avente titolo.
Poiché è impensabile che una piattaforma possa controllare la regolarità di post muniti di contributi audio/video/immagine che quotidianamente veicola (salvi i casi eclatanti facilmente rintracciabili da sonde opportunamente indottrinate), è quasi scontata la definizione di accordi a monte con i collettori dei diritti d’autore e connessi sul modello di quanto concluso, per esempio, da YouTube.
In una tale prospettazione viene però da chiedersi se abbia senso da parte di un content provider pagare autonomamente per l’assolvimento di un diritto già adempiuto da un terzo che ne è trasportatore. Esemplificando, perché una web radio che decidesse di essere veicolata da un aggregatore (ovviamente di grande diffusione) che ha regolarizzato con le società di collecting la propria piattaforma (retrocedendo una quota dei ricavi pubblicitari) dovrebbe dotarsi di accessi aperti e di altri vettori così soggiacendo ad una autonoma imposizione? Assodato che l’aggregatore tenderà a divenire il bouquet dal quale l’utente attingerà ai contenuti d’interesse e svolgerà servizi sempre più performanti (quali l’integrazione di metadati, il costante adattamento ai vari sistemi operativi, la raccolta pubblicitaria e la conseguente retrocessione e in genere funzionalità accessorie di rilevante importanza per la stazione), non è peregrina l’ipotesi che in un futuro prossimo esso stesso si possa trasformare da collettore a vettore di flussi streaming.