Bruno Vespa, il volto probabilmente più familiare dell’azienda di Stato (per frequenza di “passaggi” in tv e per anzianità), è stato condannato dal Tribunale di Roma a pagare 82mila euro nelle casse dell’ex presidente della Rai, Roberto Zaccaria, a causa di un comportamento giudicato diffamatorio, di cui si è reso protagonista a suo danno,cinque anni fa. Nel 2002, infatti, uscì l’ennesimo libro del giornalista abruzzese sui mali della società italiana: “Rai-La grande guerra”, capitolo sulle disfunzioni della concessionaria pubblica televisiva. All’interno della pubblicazione, Vespa si espresse in toni severi nei confronti di Zaccaria, attuale deputato della Margherita, artefice, a suo dire, di una sorta di boicottaggio, sulle reti pubbliche, della CdL e di Silvio Berlusconi in particolare. Correvano i giorni della campagna elettorale del 2001, che vedeva contrapporsi Berlusconi a Francesco Rutelli. L’esito elettorale fu una schiacciante vittoria del centro-destra, ma Vespa racconta che, nel periodo immediatamente precedente, da una cena a casa di Zaccaria (in presenza di parecchi politici dell’Ulivo) scaturì il diktat di “indirizzare” i palinsesti Rai a favore dello schieramento di centro-sinistra, boicottando, o comunque, screditando la figura di Berlusconi e, conseguentemente, la sua corrente politica. Oggi, a cinque anni di distanza, il verdetto del giudice: Vespa diffamò Zaccaria, in quanto la sua ricostruzione dei fatti, atta a denunciare favoritismi nei confronti di una parte politica in periodo di elezioni, risulta del tutto infondata ed offensiva. Niente boicottaggi, quindi. Ed ora il giornalista dovrà sborsare la considerevole cifra di 82mila di euro per ovviare a questo inconveniente. Il conduttore di “Porta a porta”, però, lascia trasparire la sua intenzione di proseguire nell’iter giudiziario, proponendo ricorso in appello contro la decisione. E non risparmia una vena fortemente polemica alle sue affermazioni: “Il giudice ha deciso senza ascoltare i testimoni, con una scelta che io ritengo molto singolare. A questo punto, però, spero proprio che i testimoni vengano ascoltati”. Staremo a vedere. (L.B. per NL)