“L’Unità alla famiglia Moratti? Non è vero. […] oggi faremo la smentita su quanto riportato da Panorama”. Questo il secco commento di Marialina Marcucci, presidente del cda di Nuova iniziativa editoriale (che pubblica il quotidiano fondato da Gramsci) ed azionista di riferimento del gruppo, all’articolo apparso sul nuovo numero del settimanale della Mondadori, nel quale si dava praticamente per certo il passaggio della quota azionaria di maggioranza, dalla Nie, nelle mani del patron dell’Inter, il petroliere milanese Massimo Moratti (foto). “L’accordo è stato già siglato, ma l’annuncio arriverà tra settembre ed ottobre” giura il periodico diretto da Pietro Calabrese, ma tanto i vertici de L’Unità quanto Moratti smentiscono categoricamente quanto riportato. “No, smentisco, smentisco tutto” è il commento secco e seccato dell’imprenditore milanese, che va a far paio con quanto detto dalla Marcucci. Che replica: “a noi non dispiacerebbe trovare alleanze. Ma che da tutto questo si passi ad una cessione con questa categoricità…”. Smentita sì, quindi, ma la porta resta aperta. In realtà, Panorama aveva dato una descrizione ben più dettagliata dell’intrigo che si cela dietro la probabile vendita dell’ex quotidiano comunista, citando una serie d’imprenditori, un valzer di pretendenti più o meno convinti d’acquistare la quota azionaria di maggioranza del quotidiano, sempre più in ribasso negli ultimi anni in quanto a copie vendute (attualmente sarebbero circa 56mila secondo i dati Ads di aprile 2007). Il tutto condotto dall’abile mano del “burattinaio” Walter Veltroni, il cui aiuto sarebbe stato fortemente evocato dalla Nie. L’attuale sindaco di Roma e (più che probabile) futuro leader del nascente Partito Democratico, infatti, sarebbe stato incaricato dal nocciolo azionario dell’azienda di andare a scovare importanti imprenditori in grado e vogliosi d’acquistare il pacchetto di maggioranza delle azioni de L’Unità, per sostituire l’attuale nucleo centrale composto, appunto, da Marialina Marcucci e da Francesco D’Ettore, Giancarlo Giglio, Marco Boglione e Massimo Ponzellini. Ed ecco che Veltroni avrebbe interpellato dapprima i costruttori romani Pierluigi e Claudio Toti, passando poi per l’editore Salvatore Ligresti, Carlo Caracciolo (da poco entrato nel cda del quotidiano francese Liberation) ed il Monte dei Paschi di Siena. A seguito di una sfilza di cordiali rifiuti (chi non era interessato per niente, chi avrebbe accettato solo l’acquisto di una quota minoritaria) il “salvatore della sinistra italiana” avrebbe chiesto alla famiglia Moratti, in considerazione degli ottimi rapporti che stringe con Milly, moglie del petroliere e donna impegnata politicamente nell’ala riformista della sinistra. E qui, secondo Panorama, ma non secondo gli interessati, avrebbe ricevuto una risposta positiva. Vedremo come si evolverà la vicenda, tra voci e smentite, magari alla ripresa dei lavori dopo le ferie d’agosto. (Giuseppe Colucci per NL)