Allo scopo ha organizzato una serie di udienze aperte al pubblico e lunedì ha ascoltato, a Nashville, tempio della musica country, una nutrita rappresentanza di artisti. Il loro verdetto: il consolidamento della proprietà di numerose stazioni in poche mani fa male alla musica, toglie opportunità agli artisti emergenti, incide sulla varietà dei programmi. Non è vero, replicano le associazioni dei broadcaster, i grandi gruppi consentono piuttosto di tenere in piedi le stazioni locali e facendo i conti in tasca alle attuali undicimila stazioni AM/FM americane, il numero di licenziatari sarebbe addirittura in aumento. Chi ha ragione? Ah, saperlo; intanto mi pare molto interessante questo meccanismo delle pubbliche udienze, che serve a dar voce al parere di tutte le parti in gioco. Bella la cronaca dell’evento di Associated Press, ripresa da testate autorevoli come Business Week.