Noleggiare un film in VHS è sicuramente roba da vecchi. Ma oggi potrebbe esserlo anche guardarne uno in dvd (fosse anche in formato Blu-ray).
Almeno negli States, dove godersi con il proprio televisore una pellicola scaricata da internet o in modalità streaming è cosa piuttosto comune. Non a caso, quindi, la società Netflix, nata nel ’97 con l’obiettivo di noleggiare film e videogiochi spedendoli a casa degli abbonati via posta tradizionale, oggi raccoglie oltre 20 milioni di abbonati in tutto il Paese. E offrendo un servizio del valore mensile minimo di 8 dollari (7,99 per la precisione), Netflix ha conquistato il mercato statunitense in poco più di dieci anni. Un mercato che oggi, stando a quanto riporta il Los Angeles Times, rappresenta addirittura il 61% del traffico USA di film online (come già anticipato, il conteggio contempla sia quelli scaricati che quelli visualizzati in streaming). La cosa più assurda di tutto questo successo è che il suo più grande competitor, il gigante Comcast Corp.’s video on demand, veicola film solo per l’8% del mercato USA, così dimostrando la maggiore e decisiva affermazione del sistema Netflix. Uno scenario che ha dell’incredibile, non solo per le differenti quote di mercato, ma anche per il successo che determinate tecnologie hanno in un paese e mai potrebbero (forse) avere in un altro (in Italia, per esempio) per via della mancanza di una banda larga. “Almeno per ora”, sperano molti, ma è evidente che finché la banda larga non diventerà una priorità anche nel nostro Paese, servizi analoghi faranno probabilmente molta fatica a decollare. Poco più di una settimana fa, per esempio, si accennava al servizio on demand Sky Anytime (Sky “in qualunque momento”), oggi attivo in territorio britannico, ma entro fine anno disponibile anche in Italia. Le preoccupazioni in proposito sono moltissime e tutte connesse all’impatto che una simile tecnologia potrebbe avere sulla rete (per lo più Adsl) italiana. Potrebbe essere altrimenti? (M.M. per NL)